mercoledì 2 giugno 2010

..:: 31/05/2010: Prima Giornata Nazionale contro l'editoria a pagamento ::..

Editoria a pagamento: cos’è?
È quella cosa per cui tu, aspirante scrittore a caccia di una casa editrice, devi sborsare soldi per vedere pubblicata la tua opera.
In altri termini significa che tu, impiegato presso una qualsiasi azienda, devi pagare il tuo capo 1200€ al mese. Perché? Perché sì, naturalmente, perché il mercato è in crisi e non pretenderai che l’azienda si sobbarchi rischi simili? Già ti permettono di lavorare e di avere un posto quando la crisi finirà, quindi zitto e firma l’assegno.

Questa è la prima giornata nazionale contro l’editoria a pagamento, caro scrittore, e siamo qui non tanto per protestare quanto per informare tutti gli autori che, come te, sono alla ricerca di un editore che pagare per pubblicare non è l’unico modo.
E non è nemmeno la regola.

Pubblicare non è un diritto.
Non è un diritto inalienabile dell’uomo, si può vivere benissimo anche senza pubblicare un libro. Detto questo, pensa un attimo a una cosa. Prova a immaginare di avere solo la terza media e di volere, a tutti i costi, diventare architetto.
Cosa fai? Vai in uno studio e pretendi di essere assunto? No. Non lo faresti mai, nemmeno ti passa per la testa: non hai le competenze per farlo e un tuo errore causerebbe la morte di molte persone.
Allora perché intestardirsi sul voler pubblicare a tutti i costi? Diventeresti architetto corrompendo, pagando chi ti assume e sapendo che potresti ammazzare qualcuno?
Pubblicare senza averne le competenze equivale a voler fare l’architetto con la licenza media.
Se pagare l’esaminatore per farti passare l’esame della patente senza studiare è corruzione, pagare per pubblicare è perfettamente legale ma a conti fatti cambia qualcosa?
La maggioranza degli editori a pagamento pubblica qualunque cosa. A questo proposito guardati questo video.




Pubblicare non è un servizio.
L’editore che sceglie di pubblicare un manoscritto non lo fa per carità divina, per fare un favore all’autore o perché l’autore gli è simpatico: lo fa perché crede che da quel libro potrà ricavarci qualcosa in termini economici.
L’editore è un imprenditore: scommette i propri soldi in ciò che ritiene redditizio; esattamente come fa chi acquista le azioni in borsa, esattamente come chi apre un’attività.
Pubblicare un libro è un lavoro. Un lavoro che va retribuito, perché su quel lavoro l’azienda ci guadagnerà. La tua azienda guadagna anche grazie al tuo lavoro; l’editore guadagna grazie al tuo libro.
Sarebbe come pensare a un ristorante senza pietanze: se chi gli fornisce gli alimenti non viene pagato il ristoratore rimarrà presto senza nulla da dare ai suoi clienti. Il ristoratore non chiede al suo fornitore di pagarlo per fornirgli la merce, è l’esatto opposto.
Ci pensi a un venditore all’ingrosso che viene apostrofato con “o mi paghi o io la tua merce non la prendo”?

Pubblicare senza essere conosciuti non è impossibile.
Così come non è impossibile pubblicare gratis.
Gli editori che pubblicano esordienti senza chiedere un centesimo ce ne sono a centinaia (e qui ne potete trovare più di 120).
E se nessun editore non a pagamento ti pubblica ti si aprono due vie: rinunciare e pensare che probabilmente nel testo c’è qualcosa che non va o scegliere l’autopubblicazione tramite un POD (Print On Demand) come Lulu o Boopen o Ilmiolibro, avendo cura di dare la disponibilità del download gratuito assieme all’acquisto del testo cartaceo.
Se stai pensando che in questo modo, senza un editore a pagamento alle spalle, non avrai editing, correzione bozze, copertina e promozione sbagli: l’unica cosa che ti mancherà sarà la copertina.

(testo fornito da Writer's Dream)


Nota: lo so, la pubblicazione di questo post avviene in ritardo rispetto alla data del 31/05/2010...però, essendo in vacanza in Liguria con Silvia, non mi è stato possibile procedere diversamente. Cerco di recuperare ora, esplicitando il mio appoggio alla campagna di informazione sull'editoria a pagamento promossa dallo staff di Writer's Dream e invitando gli eventuali (aspiranti) autori che si trovassero a leggere questo post di sopppesare bene le proposte di pubblicazione che certi editori sottopongono. Non che sia un reato pubblicare a pagamento, nemmeno si tratta di un pratica illegale: tuttavia non credo sia un modo corretto di intendere l'editoria. Con questo non intendo dire che un autore debba limitarsi solamente alla stesura del testo, anzi, ben venga se contribuisce a promozione e quant'altro, però il suo ruolo deve rimanere quello dell'autore. Così come l'editore deve fare, appunto, l'editore, senza limitarsi ad essere uno stampatore oppure un'azienda interessata al "malloppo" e basta.

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