domenica 16 gennaio 2011

..:: Politica in pillole ::..

Premessa:
Fondamentalmente mi sono piuttosto scartavetrato i testicoli dell'attuale situazione politica nostrana, quella dei continua tira e molla, del bipensiero, dei tradimenti, degli intrighi di palazzo, delle votazioni per la fiducia, delle finte riforme, fatta solo di chiacchiere (perché solo questo sono) che i nostri dipendenti nazionali (e non solo) portano avanti da mesi. Solo per distrarre e coprire un immobilismo e un'incapacità sconcertante.
Sono stanco, profondamente stanco, di sentire parlare sempre le solite persone, di vedere sempre i soliti volti, di sentire di scandali e di immani stronzate in merito a questioni che ristagnano e continuano a ripresentarsi perennemente uguali. Per carità, almeno si vede un po' di figa (che non guasta mai) ma, con tutto il rispetto parlando, non mi fa molto piacere notare come tutto vada a puttane (*).
Il connubio tra cinema
di qualità e politica italiana
Allo stesso modo sono profondamente frustrato da ogni discussione politica che si riesce ad instaurare col prossimo perché tutto finisce ad un livello "quotidiano" e "personale". Ci si concentra solo sui nomi di adesso, sui volti di adesso, sulla situazione di adesso. Come se non ci fosse un domani a cui pensare o un passato a cui guardare. Ci sono invece solo il Berlusconi di oggi, il Fini di oggi, il Bersani di oggi, il Casini di oggi, il Bossi di oggi. Solo Calderoli è quello di sempre, il nostro grande pensatore taglia leggi. Non si riesce insomma ad astrarsi un po', a vedere al di là delle dinamiche in corso nel presente: della serie, quando si parla di legittimo impedimento, chi se ne frega di Berlusconi? Voglio dire, si tratta di una legge che riguarderebbe tutti i premier da qui in avanti e che aprirebbe la strada ad un'impunità diffusa per la casta. Della serie, t'oh, abbiamo un pluriomicida al governo! T'oh, non possono manco processarlo perché è legittimamente impedito: sta sgozzando la vittima numero 12. 
Per non parlare di quando quelli della Lega si riempiono la bocca di "federalismo" senza manco aver chiaro in mente loro di cosa stanno parlando: in fondo, per fare un esempio, solamente il Veneto ha circa 1 miliardo di euro di debito sul groppone per via della sanità (leggi qui, quo e qua) e altri 300 milioni promessi (subito) agli alluvionati. Dopotutto, promettere non costa niente...e se poi li si raccolgono per davvero grazie ai 2 euro donati ad ogni sms inviato, beh, c'è pure il rischio di fare bella figura.
Senza scordare che, negli ultimi 15 anni, non mi pare ci sia stata la sinistra a coordinare il Veneto...
Ad ogni modo, sull'onda di tutto ciò, ho deciso di parlare comunque di politica ma astraendomi dalla situazione contingente. Cercando cioè di trattare ugualmente certe dinamiche ma in modo generico, tentando cioè di far riflettere e focalizzare l'attenzione su alcuni aspetti cruciali della nostra vita presente e futura ma senza la presunzione di avere ragione.
Non come Cetto La Qualunque, ecco  (**)


Votazioni in pillole:
Accadde che molta parte degli azionisti di un'azienda di discrete dimensioni, attiva in svariati settori economici, dal turismo alla gastronomia, dalla produzione industriale alla ricerca in campo medico, si riunirono per scegliere un nuovo coordinatore generale. Tale nomina si rese necessario per cercare di ripristinare le sorti dell'azienda stessa che, da alcuni anni a questa parte, risultava in crisi, con un fatturato in costante calo e numerose problematiche in atto a destabilizzarne l'esistenza. In questo contesto rischiava infatti di collassare, di perdere terreno rispetto alla concorrenza, di indebitarsi a dismisura, in una parola, di fallire. 
L'assemblea degli azionisti
della grande azienda
Per questo motivo, prima che la situazione degenerasse ulteriormente, anche a causa di preoccupanti politiche applicate internamente sulla base di discutibili visioni aziendali e che fondamentalmente andavano ad amplificare lo stato di crisi riscontrato più che a debellarla - riduzione del reparto ricerca e sviluppo, licenziamento dipendenti promettente, proliferazione dell'assenteismo tra i dipendenti, sprechi di risorse, investimenti errati e poco lungimiranti - si decise di procedere alla candidatura di un coordinatore generale.
Una persona altamente qualificata scelta dalla maggioranza degli azionisti a  cui affidare il compito di far fronte alle difficoltà in cui versava l'azienda. Non si trattava ovviamente di una scelta da poco - ne andava infatti della sopravvivenza dell'impresa, ovvero del guadagno e della ricchezza degli azionisti scelti - per cui vennero esaminati numerosi candidati e molte furono le discussioni che animarono l'assemblea.
La selezione doveva tenere in considerazione numerosi fattori: lealtà all'azienda, affidabilità, capacità decisionale, conoscenza del mercato, conoscenza dei processi interni, capacità di coordinamento, esperienza...
Per meglio procedere con l'esame dei candidati, al fine di permettere agli azionisti di soffermarsi sulle caratteristiche più significative di ciascuno degli aspiranti coordinatori, i numerosi profili vennero suddivisi in numerose categorie in modo da poter riassumere gli aspetti peculiari di ciascuno.
A fronte di tale aggregazione, operata da una commissione appositamente scelta dall'assemblea degli azionisti, si delinearono le seguenti schede:

Profilo di tipo A:
Si tratta essenzialmente di candidati di nazionalità straniera, in taluni casi individui di poca o scarsa esperienza lavorativa e relativa conoscenza delle attività economico industriali dell'azienda.
In alcuni casi però si notano profili di particolare rilievo, con ottima conoscenza di lingue e tecnologie e con competenze maturate in grosse aziende estere, esperienze che potrebbero venir capitalizzata per introdurre nuove strategie economico-industriali e rinnovare di conseguenza l'azienda stessa.

Profilo di tipo B:
Tale categoria non prevede alcun candidato di nazionalità estera. Si tratta di individui che presentano una vasta eterogeneità di competenze e conoscenze, da un livello molto basso ad un livello particolarmente qualificato. Alcuni di questi soggetti però presentano preoccupanti lacune nella conoscenza della lingua comune - in favore di dialetti locali caratteristici della zona di residenza o di nascita - o un'età avanzata e, in tal senso, non sembrano idonei a ricoprire incarichi di responsabilità.
Al di fuori di questi, molti dei curriculum che rientrano in questo raggruppamento presentano caratteristiche e competenze interessanti, con numerose collaborazioni lavorative in svariati settori economici e, in alcuni casi, anche collaborazioni con aziende concorrenti: in tal senso, proprio in virtù del know-how maturato, si presentano come soggetti idonei a ricoprire la carica di coordinatore generale.

Profilo di tipo C:
Come per la precedente, tale raggruppamento non prevede alcun candidato di nazionalità estera ma, a differenza di quest'ultima, tutti i soggetti qui raggruppati non hanno mai maturato alcuna esperienza lavorativa in alcun settore o contesto aziendale.
Nonostante questo si presentano però come profondi conoscitori delle dinamiche e delle attività che il ruolo di coordinatore generale, argomentando tale convinzione con dialettica interessante e nei lunghi colloqui che si sono tenuti hanno più e più volte ribadito un concetto e il suo opposto nella medesima frase, fatto questo che li fa risultare di dubbia affidabilità.

Profilo di tipo D:
Del tutto analogo al raggruppamento di tipo C, questo presenta individui che non hanno maturato alcuna esperienza lavorativa diretta ma che, ciononostante, vantano un alto tenore di vita e una forte personalità. A differenza dei candidati che rispecchiano il profilo C, però, questi hanno processi penali in corso o fedine penali non propriamente esenti da crimini appurati, condanne e sospetti. 
Al riguardo di alcuni di questi candidati, inoltre, circolano voci preoccupanti assai - tutte da confermare - di collaborazioni dirette con non meglio precisate aziende concorrenti: in tal senso, una loro eventuale scelta in qualità di coordinatore generale potrebbe risultare particolarmente dannosa e critica per gli interessi degli azionisti che dovrebbero rappresentare.


Il colloquio individuale
con ciascuno dei singoli candidati
Sulla base di questi profili, l'assemblea degli azionisti decise quindi di scremare la rosa dei candidati al fine di potersi dedicare all'esame più dettagliato e puntiglioso delle singole candidature avanzate attraverso colloqui di lavoro personali.
Tale processo di selezione iniziale si rese necessario sia per ridurre la complessità del processo di individuazione del candidato ideale - essendo il numero di curriculum particolarmente elevato - sia per evitare la nomina di personale non idoneo al ruolo istituzionale da ricoprire, essendo la figura del coordinatore generale particolarmente critica e fondamentale per la sopravvivenza stessa dell'azienda. Anche in termini di immagine e credibilità del marchio ormai conosciuto a livello mondiale e che necessitava di nuova linfa vitale per tornare ai fasi di un tempo. Gli azionisti non potevano quindi permettersi di fallire o scegliere qualcuno che andasse contro ai propri interessi, destabilizzando dall'interno l'azienda stessa.
Per questo, come da previsione, sulla base di riflessioni razionali e profondamente logiche, scelsero d'impulso di concentrarsi solamente sulle candidature relative ai profili C e D.



(*): è interessante sentir parlare il nostro Silvio nazionale in merito al teorema che, secondo lui, gli è stato costruito addosso da quegli schifosi dei pubblici ministeri. Ah, bei tempi quando si costruivano i teoremi...altro che enunciarli, dimostrarli, definirli, postularli...ora i teoremi si costruiscono.
Diversamente, Karima "Ruby" El Mahroug, Patrizia D'Addario, Nadia Macrì, Noemi Letizia si montano e basta...a differenza di Nicole Minetti, che fa "ritrovare il sorriso", prima di diventare consigliere regionale.

(**): a parte gli scherzi, ammiro questo personaggio di Antonio Albanese. E per chi non lo conoscesse...rimediamo subito...




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