domenica 24 luglio 2011

..:: L'avvocato del diavolo ::..

Titolo: L'avvocato del diavolo
Regia: Taylor Hakford
Anno: 1997
Genere: thriller
Cast: Al Pacino, Charlize Theron, Keanu Reeves, Jeffrey Jones, Judith Ivey, Connie Nielsen

La trama in breve
Kevin Lomax (Keanu Reeves) è un giovane avvocato di successo. Dopo un trionfo in aula, scagionando un insegnante accusato di pedofilia e inchiodato da prove notevoli, a Kevin viene offerto un posto in un importante studio legale di New York. 
La moglie Mary Ann (Charlize Theron) lo spinge ad accettare e i due partono per New York, dove John Milton (Al Pacino), il capo dello studio legale, pronostica a Kevin grosse soddisfazioni. Kevin si getta a capofitto nel lavoro, trascurando Mary Ann che, spiazzata dalla vita nella grande città e lasciata da sola, è vittima di una sorta di esaurimento nervoso che la conduce al ricovero ospedaliero. 
L'avvocato Lomax si infervora...
La mamma di Kevin (Judith Ivey) va a New York perché sente di dover rivelare qualcosa di importante al figlio, che comincia a intuire qualcosa di sinistro dietro la figura di Milton. (fonte mymovies).


Il mio commento:
Nonostante un titolo sinistro che potrebbe erroneamente far pensare a Ghedini e soci (giusto per rompere le balle su Berlusconi e i suoi processi e la legge sul legittimo impedimento...non c'èstato un referendum in giugno?), il film in questione è a mio avviso una vera e propria perla.
...manca l'avvocato Lomax e poi
la famiglia satanica è al completo...
Qualche tempo fa, purtroppo, ne avevo visto giusto il finale ma recentemente sono riuscito a recuperarne la visione per intero. Tra le sorprese c'è un Keanu Reeevs incredibilmente espressivo e capace di recitare molto meglio di come invece accadeva in The Matrix (anche se forse, in quel contesto, c'erano esigenze di copione da rispettare) e un Al Pacino molto ma molto convincente e coinvolto. D'altra parte, recitare la parte del diavolo in terra richiede una certa dose di fascino, ipocrisia e verve oratoria.
Il film nel complesso mi ha molto convinto, ha dalla sua un buon cast e ritmo che consente uno sviluppo in  crescendo, che culmina in tragedia verso il finale per poi cambiare completamente, in un gioco di potenze al di là della comprensione umana. I fili della trama sono tirati dal misterioso e potentissimo John Milton, personaggio che arriva sullo schermo in sordina, quasi senza farsi notare, tenendo un profilo molto basso, ma che poi emergerà sino a dominare tutto e tutti. Inutile dire che non è propriamente "umano" e che in virtù di questo molte cose gli sono possibili. 
Mai fare incazzare
John Milton!
La pressione è un altro elemento preponderante del film, necessario allo sviluppo della trama e a conferire coerenza all'intreccio. Al pari del mantenere un profilo basso, la capacità di destreggiarsi nella vita pur essendo sotto pressione è un'altra delle lezioni che il mefistofelico John Milton impartisce a Kevin Lomax, che poi si scoprirà essere suo figlio. Ma soprattutto permette alla trama di procedere verso l'epilogo facendo sempre più emergere la figura di Al Pacino, e ciò che egli rappresenta, in contrasto con quella dell'avvocato emergente interpretato da Keanu Reeves. Quest'ultimo è un legale di tutto rispetto, formidabile nel vincere ogni causa, determinato e pronto a tutto eppure la sua vita viene man mano sgretolata e distrutta a causa dell'influenza del suo capo: finisce con il trascurare gli affetti, col cedere alle lusinghe del successo, a crogiolarsi nel lusso e nella lussuria... Anche l'elemento sessuale compare nel film, visto che il diavolo le usa tutte le carte del peccato per irretire e traviare gli uomini. Ok, c'è il libero arbitrio e su questo non ci piove, ma lui può predisporre la scacchiera, gli ostacoli, gli incontri, scatenare i propri poteri malvagi, allucinazioni, demoni ... e le conseguenze giungono da sé.
Formidabile infine la parte finale del film che, probabilmente, se fosse stata girata ora avrebbe beneficiato di effetti speciali qualitativamente migliori, fermo restando che la parte del leone la fa il signor Al Pacino con il suo monologo passionale e accattivante. Un film da vedere insomma, anche perché rappresenta una sorta di classico del cinema e una cartina al tornasole delle capacità interpretative di alcuni nomi importanti di Hollywood, Charlize Theron compresa.



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