mercoledì 17 agosto 2011

Undisputed 2 - Last Man Standing

Titolo: Undisputed 2 - Last Man Standing
Regia: Isaac Florentine 
Anno: 2006
Genere: Azione, Arti Marziali
Cast: Michael Jai White, Scott Adkins, Ben Cross, Eli Danker, Mark Ivanir

La trama in breve:

Seguito (ma sarebbe più giusto dire remake) del film del 2002 con Wesley Snipes. Questa volta il Campione Mondiale dei Pesi Massimi, George "Iceman" Chambers viene mandato in una prigione russa dopo essere stato condannato con l'accusa di traffico di droga. (fonte TntVillgae)

Il mio commento:
Posa da campione di pugilato...
ehm...forse...
Se mi dicessero che la sceneggiatura originale è stata scritta dal dinamico duo composto da Peter Atkins e Tony Randel, già ricercati in diverse nazioni per Fist Of The North Star del 1995, film vagamente ispirato al personaggio di Ken Shiro (del noto manga e anime Hokuto No Ken), magari con la supervisione di Jean Claude Van Damme, addirittura dopo essersi amabilmente sbronzati, ci crederei subito. 
Eccome.
Ma, diciamocelo, a cosa serve una trama in film come questo?
Ed è esattamente il motivo per cui Undisputed 2 non deve essere affatto giudicato dal punto di vista dei contenuti veicolati seppure, e non lo si può negare, ci sia pure qualcosa (molto poco) di buono. Tra l'altro, a mio modo di vedere, si può notare pure qualche richiamo al noto Rocky IV con Sylvester Stallone e Dolph "ti spiezzo" Lundgren. Altro film candidato all'Oscar per soggetto e trama, per carità, però ci sono alcune similitudini: abbiamo il campione di pesi massimi di pugilato proveniente dalla nazione "America" (non esistono gli USA, esiste l'America, sappiatelo) che si reca in Russia dove, amabilmente, sfida il campione locale. Solo che, questa volta, il protagonista è negro (lo so che, considerando anche il cognome dell'attore, dovrei dire "diversamente bianco" ma rende meglio l'idea), non ci sono biechi fini di denuncia contro la guerra fredda, è costretto a battersi a causa delle vicissitudini legate al suo arresto, e prevalgono le arti marziali.
Lo sguardo incazzato di Yuri Boyka,
lo stesso dipinto sul volto di molti
italiani in questo periodo di
manovre finanziarie...
Inoltre, quello che pratica Kyokushinkai questa volta non è il russo comprimario ma il protagonista negro (ovvero Michael Jai White) il quale, per ovvie esigenze di copione finge di essere solamente un pugile. Non che il fisico muscoloso non ce l'abbia, intendiamoci, solo che, mentre il buon Dolph "Ivan Drago" Lundgren si limitò a prendere e a tirar pugni, negando la propria natura di artista marziale, questa volta si assiste ad una sorta di evoluzione. Inizialmente sembra che la boxe si dimostri sufficiente a contrastare ogni nemico, per quanto preparato o agile sia. Poi però giungono le batoste e, dietro ai consigli di un vecchio detenuto in sedia a rotelle, ex-spia dei servizi segreti, il protagonista scoprirà che le proprie tecniche di lotta sono incomplete e sbilanciate. Motivo per cui si rende necessario imparare qualche leva, a tirar di calcio e di ginocchio oltre che a schivare i colpi. Il tutto mentre ci si ambienta in carcere, si spala merda, si lega con qualche altro carcerato o si viene puniti e torturati (ma non in quel modo, birichini che non siete altro). 
Altro che i calci rotanti
di Chuck Norris
D'altronde, il modo di muoversi di M.J. White (in riferimento alle arti marziali, dico) non è proprio quello canonico del pugile, incapace di applicare leve o di usare le gambe se non per spostarsi. E poi, il suo avversario principale è uno strepitoso e acrobatico Yuri Boyka, un maniaco della lotta e delle arti marziali, ma con un proprio codice d'onore, che mira a raggiungere una sua fisica perfezione. 
Quest'ultimo non è un personaggio positivo, va detto, ed è pure solamente abbozzato, però possiede un suo fascino e un suo induscutibile carisma, motivo per cui sarà protagonista del terzo capitolo della saga di "Undisputed" iniziata nel 2002 con il buon Wesley Snipes nei panni del protagonista.
Nel complesso, pur non possedendo particolare spessore in termini di introspezione e cura dell'ambientazione, anzi, rifugiandosi in facili e abusati clichè e stereotipi (i russi son tutti corrotti ma di madrelingua inglese, amano scommettere sugli incontri clandestini, adorano vivere negli anfratti oscuri dei carceri, non sono consapevoli del freddo siberiano ma lo diventano se qualcuno regala loro un giubbotto nuovo,...), e cedendo il passo ad un pseudo lieto fine che appare molto tirato e discutibile, Undisputed 2 possiede il gran pregio di regalare ottime sequenze di combattimenti. E' un film molto "fisico", in cui la telecamera vive sul ring e a bordo ring, riuscendo nell'intento di offrire uno spettacolo fluido e omogeneo, di tanto in tanto crogiolandosi in opportuni ralenti, scelte oculate e ben dosate che permettono di enfatizzare talune acrobazie o accentuare la capacità atletica dei protagonisti. Probabilmente più quella di Scott Adnkins, esperto di kick-boxing e taekwondo, che di M. J. White, praticante di svariate arti marziali ma decisamente più solido, massiccio e piantato (ma non meno efficace).
Scambio di cazzotti: nessuno però
porge l'altra guancia
In conclusione, Undisputed 2 è adatto per coloro che si appassionano nel seguire sequenze di combattimenti marziali, non dinamici e articolati come nei wuxia orientali, ma ciononostante realistici e poderosi. E sotto questo punto di vista, personalmente, non sono rimasto affatto deluso. 
Per il resto, vabbé, mi pare evidente che si tratti di un film da guardare in modalità "brain-off" ^__^









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