domenica 25 settembre 2011

..:: The Blair Witch Project ::..

Titolo: The Blair Witch Project
Regia: Daniel Myrick, Eduardo Sánchez
Anno: 1999
Genere: horror, documentario
Cast: Heather Donahue, Joshua Leonard, Michael C. Williams, Bob Griffith, Jim King 

La trama in breve:
Il 21 ottobre 1994 Heather Donahue, Joshua Leonard e Michael Williams, tre studenti, si avventurano nei boschi di Black Hill Forrest, nel Maryland, per realizzare un documentario su Elly Kedward, accusata di stregoneria e cacciata dalla città di Blair alla fine del 1700. Da allora infatti una leggenda popolare racconta che nei boschi aleggia la presenza malefica della strega. I tre cominciano a seguire un percorso preciso che però poco dopo si confonde nell'intrico della boscaglia. In breve smarriscono la strada, cominciano a rinfacciarsi l'idea di aver voluto tentare quell'impresa, accusano il peso di difficoltà logistiche crescenti. Vedono sassi raggruppati a croce, sentono strani ululati, si perdono tra loro, si ritrovano, non sanno più da che parte dirigersi. Quando di nuovo arriva la notte, la ragazza rivolge lo sguardo atterrito verso la videocamera che riprende il tutto, chiede scusa ai genitori, poi scompare nel buio. (fonte comingsoon)

Il mio commento:
Ammiriamo Heather "so perfettamente
dove siamo" Donahue
Avendone sempre sentito parlare ma non avendone ancora sperimentato la visione ho deciso di arrischiarmi e di dare una possibilità anche a codesto ben noto film. 
Dal 1999 ad oggi, in effetti, di anni ne son passati e, probabilmente, l'effetto che la visione, ora, suscita è diverso da quello che poteva avere a suo tempo.
Ho sbagliato qualcosa insomma, e mi son rovinato lo spettacolo.
Ma visto che indietro non si torna, si fa quel che si può col presente.
Comunque sia, dicevo, il film in sé non è, a mio avviso, particolarmente memorabile. Particolare e originale, magari, per come i registi siano riusciti a coniugare horror e documentario, dando vita (per quel che ne so) ad un genere che tuttora persiste (real fiction?). Encomiabile come progetto, per l'assenza di grandi personalità del mondo cinematografico e per l'aura di indipendenza che possiede, oltre che per l'idea di fondo, che è discretamente valida - alla faccia dei vari remake, insomma, per pescare sul sicuro anzichè arrischiarsi con storie nuove e originali.
Però, in effetti, autentica tensione o paura se ne crea solamente in parte, più per via dell'ignoto che c'è nella foresta in cui i tre protagonisti si perdono (portarsi appresso una bussola e un bastone, no eh?). 
Ecco, il finale invece lo si può considerare inquietante, anche perché tutto accade in modo repentino e confuso: c'è qualcosa di soprannaturale all'opera, qualcosa che non si riesce a cogliere appieno ma che vive nell'oscurità. Invisibile, tremendo, insospettabile, ma c'è. 
Altrimenti la visione non si concluderebbe in modo tanto tragico e i ragazzi avrebbero raccontato la vicenda in prima persona, mica facendo ritrovare la cassetta intatta (ecco, questo è il busillis! Come diavolo hanno ritrovato la cassetta e la videocamera? E' stata l'entità a ritornarla a qualcuno? O qualcuno si è recato nel medesimo posto in cui i tre hanno avuto la peggio e, invece, ne è uscito vincitore? Ai posteri l'ardua sentenza...)
Per il resto invece la storia è più giocata e sostenuta dall'isteria e dall'idiozia dei tre avventurieri, tanto motivati e smaniosi di realizzare un cortometraggio/documentario quanto abili nello smarrirsi e nel ficcarsi nei guai. Dal loro comportamento si possono trarre molti insegnamenti comunque, soprattutto se siete amanti delle escursioni dei boschi o delle attività di gruppo.
I legnetti del terrore...
Non mi meraviglia, comunque, il fatto che il film si sia fatto notare e apprezzare. La pubblicità che ne ha decretato il successo, a quel che ricordo, è stata sfruttata in modo più che egregio, soprattutto considerando il modesto budget della produzione e l'assenza di qualsivoglia nome importante di hollywood e dintorni. L'aver spacciato tale storia per vera è stato il vero colpo di genio, un elemento capace di accarezzare quell'interesse morboso che tutti - chi più chi meno - abbiamo per il male e la sofferenza altrui (se non fosse così nessuno, quando si verificano incidenti autostradali, si fermerebbe a curiosare intasando il traffico).
Per il resto, al di là del tipo di riprese e del montaggio, personalmente non ci ho trovato nulla di particolarmente irresistibile anche se, inutile dirlo, credo faccia ugualmente bene visionare The Blair Witch Project e riflettere su ciò che decreta il successo di un film: stratosferici effetti speciali? Gag comiche trite e ritrite che non fanno ridere manco a Natale? Tette e culi? Beh, questi mi sa che vendono sempre...




Una curiosità: Joshua Leonard, uno dei protagonisti del film, è nato il 17 giugno proprio come me ^__^ ...e chissene...direte voi. In effetti...

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