domenica 30 dicembre 2012

The Avengers - I Vendicatori

Titolo: The Avengers - I Vendicatori
Regia: Joss Whedon
Anno: 2012
Genere: azione, supereroi
Cast: Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Joss Whedon, Jeremy Renner, Tom Hiddleston, Stellan Skarsgård, Samuel L. Jackson, Clark Gregg, Gwyneth Paltrow

La trama in breve:
I supereroi più famosi si riuniscono in una squadra di personaggi Marvel leggendari come Iron Man, l'incredibile Hulk, Thor, Captain America, Occhio di Falco e Vedova Nera. Quando la comparsa di un nemico inatteso minaccia la tranquillità e la sicurezza del mondo, Nick Fury, direttore dell'agenzia internazionale per il mantenimento della pace conosciuta come S.H.I.E.L.D., si trova ad aver bisogno di una squadra che salvi il pianeta dall'orlo del disastro. Inizia così, da un capo all'altro della terra, un audace lavoro di reclutamento. 
Loki e il suo temibile cosmo
oscuro
Dopo aver riunito la squadra, Nick Fury e il suo fidato assistente, l'Agente Coulson, dovranno convincere i supereroi a convivere e lavorare insieme, utilizzando i loro incredibili poteri contro il pericoloso Loki che è riuscito ad accedere al Tesseract e ai suoi poteri illimitati. (fonte comingsoon)

Il mio commento: 
Che mi piacciano i comics e i fumetti in generale è cosa relativamente nota. E questo spiega perché io abbia fortemente voluto recuperare codesto capolavoro hollywoodiano che tanto ha fatto parlare di sé quando uscì al cinema. 
Anche se, a dirla tutta, io non lo vidi al cinema bensì, proprio in quel periodo, ne approfittai per gustarmi Chronicle, probabilmente una delle opere più interessanti uscite sul mercato nel 2012. Film che però non credo abbia guadagnato tanto quanto la recente fatica partorita dai Marvel Studios: si parla di circa 600 milioni di dollari onestamente incassati negli USA e di altri 844 nel resto del mondo...quasi come il mio stipendio annuo, poco meno va là. Ma non ditelo al fisco italiano, sia mai. Che poi, caspita, facessimo un film del genere all'anno alla stregua di manovra finanziaria straordinaria, saremmo a posto per un poco...e invece no, produciamo solo ed esclusivamente per il mercato interno. Bravi, bravi!!!
Nick Fury e Occhio di Falco
Ahem, dicevo, ho sommamente atteso la giusta occasione di gustarmi questo film e ammetto di essermelo goduto e di essermi divertito assai. I personaggi, bene o male, già li conoscevo sia perché fruitore di fumetti Marvel (tra l'altro, proprio in questi mesi, va per la maggiore la mini serie "Avengers Vs X-Men"....e io sto con gli X-men) sia perché ho avuto l'occasione di vedermi le precedenti produzioni legate ai portentosi super-eroi Marvel. A parte Capitan America, di cui mi ero ripromesso di recuperare prima l'onesta e trash-osa produzione degli anni Novanta e poi la versione più recente, con Chris "la Torcia Umana" Evans. 
Mi domando invece quale impatto possa produrre la visione di Avengers a un non conoscitore di tali super-eroi: Disorientamento? Fastidio? Compassione? 
Voglio dire, giusto per fare un esempio, mica sapevo chi fossero i Watchmen eppure, quando nel 2009 lo vidi, mi son goduto le quasi tre ore di film che Zack Snyder ha saputo confezionare proprio perché i personaggi venivano introdotti, esplorati, caratterizzati. 
Un simpatico mezzo di locomozione
o forse una creatura senziente
proveniente da un altro mondo.
E' capace di volare e di distruggere
interi palazzi ma, fidatevi, messer
Hulk sa come sistemare codesti cosi 
Qui invece non c'è alcuna spiegazione o introduzione: o lo spettatore conosce già i personaggi o si documenta via internet mentre questi vengono introdotti in scena (e considerando che Thor spunta dal nulla, non è facile...) oppure si impippa. Ma non c'è nemmeno tempo o volontà di recuperare questa lacuna nel corso della visione. Ogni sequenza, evento o episodio proposto è unicamente teso a portare avanti la narrazione, incalzando lo spettatore con scene di azione, combattimenti e via dicendo.

sabato 29 dicembre 2012

..:: Generazione 1000 euro ::..

Titolo: Generazione 1000 euro
Regia: Massimo Venier
Anno: 2009
Genere: drammatico
Cast:  Alessandro Tiberi, Valentina Lodovini, Carolina Crescentini, Paolo Villaggio, Francesco Mandelli, Francesca Inaudi, Francesco Brandi

La trama in breve:
Milano un gruppo di giovani neolaureati galleggia nell'orbita dell'instabilità esistenziale. Matteo, che si definisce un luogo comune, è un genio della matematica; nelle vesti di "cultore della materia" tiene lezioni sull'insostenibilità di Gödel, ma per tirare a campare lavora nel reparto marketing di un'azienda in odore di taglio del personale. L'amico e coinquilino Francesco mette in pratica la sua passione per la settima arte facendo il proiezionista in un cinema d'essay e osserva la vita come se fosse un film, dando un voto alle cose. Lasciato dalla fidanzata tirocinante in attesa di asportare il suo primo pancreas, e perse le sicurezze economiche di un terzo inquilino che li ha appena abbandonati con un debito, Matteo si trova diviso tra la passione e la ragione - e tra due donne che entrano con impeto nella sua vita - nell'eterna sospensione d'animo. (fonte mymovies)

Il mio commento:
Generazioni a confronto: lo sfortunato
e tragico Fantozzi accomunato alla
condizione precaria dei giovani d'oggi.
E' per questo che Villaggio è nel cast
e recita la parte del docente? Vero?
Visto praticamente tra ieri e l'altro ieri sera, molto comodamente, in modalità svacco totale sul divano. Più che altro, avevo bisogno di qualcosa di disimpegnato e di italiano: dopo le frecciatine che avevo lanciato nel post precedente al panorama cinematografico nostrano mi sentivo in dovere di dare un'occasione a qualcosa di italico. Ecco allora Generazione 1000 euro, liberamente ispirato all'omonimo romanzo/progetto letterario (e non). Per maggiori informazioni in merito vi rimando a codesto link.
Ora, non avendo letto il libro originale, non so dirvi quanto ci sia di ispirazione e quanto invece corrisponda che le parole scritte dal duo Incorvaia Antonio e Rimassa Alessandro. Però il film è piacevole, scorre via fluido: non ci si annoia, si partecipa, si parteggia, si prova anche ad immedesimarsi un poco.
E, ovviamente, da bravo film italiano non si perde l'occasione di mostrare qualche scena di sexo.
Anche dal punto di vista della recitazione e della colonna sonora, direi, ci siamo eccome. Tra l'altro, Alessandro Tiberi, il protagonista, credo fosse un predestinato per il ruolo di Matteo avendo alle spalle la partecipazione alla serie tv Borat nel ruolo di "Alessandro". 
Quello che semmai non mi ha particolarmente convinto è la constatazione di quanto sia piccola, alle volte, Milano (le classiche coincidenze che fanno funzionare i film...), di come una donna non si faccia problemi a starsene in casa di due perfetti sconosciuti che, per forza di cose, devono metterle le mani addosso e portarla anche al bagno (ebbene sì, dopo l'entrata in scena con solo un asciugamano addosso, Beatrice si rompe pure una gamba), di come nessuno si scomponga se nel pavimento di casa c'è una voragine (né le mamme che portano i bimbi a farsi dare ripetizioni né il geometra che vive al piano di sotto), di come, per forza di cose, tutto avvenga molto rapidamente e fin troppo concitatamente. Anche nell'ambito lavorativo.
Il protagonista vive una perenne corsa, acuendo quel senso di incertezza in cui egli, fondamentalmente, si crogiola. Che poi, caspita, si trova con il conto in rosso, il frigo vuoto, l'appartamento da pagare (e con un buco nel pavimento), la benza del motorino da pagare, i pasti fuori casa ogni giorno da pagare, le tubature dell'appartamento da riparare (si son rotte ancora) ma...non c'è problema °_°  

giovedì 27 dicembre 2012

..:: Lo Hobbit: un viaggio inaspettato ::..

Titolo:  Lo Hobbit: un viaggio inaspettato
Regia: Peter Jackson
Anno: 2012
Genere: fantasy
Cast: Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, James Nesbitt, Ken Stott, Sylvester McCoy, Barry Humphries, Cate Blanchett, Ian Holm, Christopher Lee, Hugo Weaving, Elijah Wood, Andy Serkis, Aidan Turner, Dean O'Gorman, Graham McTavish, Adam Brown, Peter Hambleton, John Callen, Mark Hadlow, Jed Brophy, William Kircher, Stephen Hunter

La trama in breve:
Sessant'anni prima che Frodo desse inizio al suo viaggio verso Gran Burrone e oltre, suo zio Bilbo Baggins si godeva la calma della Contea e l'assenza di avventure (fastidiose scomode cose che fanno far tardi a cena) fino al giorno in cui Gandalf il Grigio non si presentò alla sua porta e lasciò su di essa un segno. Poco dopo, uno dopo l'altro 12 nani e il loro capo Thorin Scudodiquercia, prendevano possesso della casa dello hobbit Bilbo e della sua dispensa, per arruolarlo e partire con lui alla riconquista del vecchio regno dei nani, Erebor, da troppo tempo nelle grinfie del terribile drago Smaug. (fonte mymovies)

Il mio commento:
Uhm, a quanto pare, quando ho
firmato il contratto per
Il Signore degli Anelli
mi son vincolato anche per tutti i film
correlati alla saga...così salvo la faccia,
dopo aver fatto il Teschio Rosso
Come direbbe Elrond, pardon l'agente Smith, è stato "inevitabile": ebbene sì, ho visto l'ultima fatica di Peter Jackson. Però in 2D: il 3D sto cercando di boicottarlo. Lo so, lo so, questo era stato realizzato apposta per il 3D, c'erano anche i famigerati 48 fps che lo rendevano un'esperienza stratosferica ma...sono tirchio. E poi, già son rimasto fregato deluso altre volte con film in treddì che questa volta ho preteso di non vedermelo con gli scomodi occhialoni addosso. Che, per uno dalla vista non propriamente perfetta, sono solamente un ingombro fastidioso. In compenso, al cinema, accanto a me c'era un'allegra famigliola con tanto di bimba di 2-3 anni che, credo, non dormirà serenamente per qualche giorno... :-( 
Al di là di tutto ciò, lo confesso, guardavo a questo film con una certa qual dose di sospetto visto che, per insondabili misteri del business, la Warner Bross ha deciso di ricavarne non uno, non due, non quattro ma ben tre film. 
Preciso poi che non ho mai letto Lo Hobbit: ho letto il Signore degli Anelli, due volte, e il Silmarillion, una fatica che non vi dico. Ma lo Hobbit no. Però qualcosa sapevo, lo confesso. Qualcosina che, nel complesso, credo, racchiude l'essenziale di questo primo capitolo della saga. 
Il nostro manipolo di barbari
giunto per caso a GranBurrone...
quando si dice "che coincidenza!"
Ovvero: Bilbo Baggins parte per un'avventura inaspettata assieme a Gandalf e a una compagnia di nani e, per una serie di motivi, capita in una grossa caverna oscura dove incontra Gollum e, con l'astuzia, gli sottrae l'anello del potere. 
Solo che Peter Jackson racconta tutto ciò in circa 170 minuti.
Ora, per carità, onore al merito per aver saputo tradurre su grande schermo un'altra memorabile opera fantasy scritta da Tolkien (però, ecco, ci sono anche altri autori...tipo Brooks, Gemmel, Salvatore...voglio dire, di materiale ce ne sarebbe a iosa). E non neghiamogli un plauso caloroso per la pregevole veste grafica con cui ammalia gli spettatori di ogni età. 
Però, ecco, mi aspettavo di più. 

lunedì 24 dicembre 2012

..:: Buon Natale ::..

In giro e nel web c'è un malsano turbinio di alberelli colorati, di gattini pacioccosi, di dolcetti e candore manifesto, di babbi natale giocondi e felici...dannazione, non c'è scampo, li trovi ovunque...escono dalle fottute pareti!!!
E se invece, mi domando, e se invece stessimo fraintendendo qualcosa, ci stessimo dimenticando di qualcosa di più vero, di più autentico e significativo...
Se con tutto questo colore, questo ostentato buonismo, questa assurda pulsione allo shopping pre-festività stessimo davvero trascurando qualcosa?
Già...dov'è quel rinnovamento globale che tutti dovremmo pian piano avvertire?
E se invece ci stessimo sbagliando?
E se quello che abbiamo creduto vero fino ad oggi fosse da mettere in discussione?
Ad esempio, se fosse questo (vedi simpatica diapositiva) il vero volto di Babbo Natale?
Una creatura cibernetica giunta direttamente dal futuro e con un'unica missione da adempiere: consegnare tutti i regali e terminare i bambini cattivi...bauahahah!!
D'altronde, credo che Skynet possa costituire un'ottima soluzione per pianificare al meglio la distribuzione "worldwide" :-)
Ok, ok, la smetto di sniffarmi funghi allucinogeni e di fumarmi l'erba pipa come gli Istari (ebbene sì, ho veduo Lo Hobbit) e chiudo qui con le mie cavolate. Tanto, noi italiani siamo poco avvezzi alle cose che dal futuro giungono nel presente per cambiare lo status quo. Semmai, abbiamo vecchi bacucchi che tornano dalle nebbie del passato per contribuire a incasinare ancor di più la situazione. Che poi, caspita ogni dicembre c'è sempre LUI che monopolizza l'attenzione del mondo mediatico. Un anno gli spaccano la faccia con la statuetta del duomo di Milano, il dicembre successivo c'è il Lodo Alfano per salvarlo dai processi, nel 2011 si dimette per rispetto agli italiani, adesso torna per rispettare in un altro modo gli italiani...e che palle...
Vabbé, mie divagazioni a parte, auguro tanti auguri di Buon Natale a tutti voi e, in attesa di vedere che accadrà nei prossimi giorni alla nostra patria Italia, vi lascio almeno con una simpatica canzoncina natalizia piena di brio ed energia :-)


domenica 23 dicembre 2012

..:: Drive ::..

Titolo: Drive
Regia: Nicolas Winding Refn
Anno: 2011
Genere: thriller (per alcuni pulp)
Cast:  Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Albert Brooks, Ron Perlman

La trama in breve:
Driver (non ha un nome) ha più di un lavoro. È un esperto meccanico in una piccola officina. Fa lo stuntmen per riprese automobilistiche e accompagna rapinatori sul luogo del delitto garantendo loro una fuga a tempo di record. Ora Driver avrebbe anche una nuova opportunità : correre in circuiti professionistici. Ma le cose vanno diversamente. Driver conosce e si innamora di Irene, una vicina di casa, e diventa amico di suo figlio Benicio. Irene però è sposata e quando il marito, Standard, esce dal carcere la situazione precipita. Perché Standard ha dei debiti con dei criminali i quali minacciano la sua famiglia. Driver decide allora di fargli da autista per il colpo che dovrebbe sistemare la situazione. Le cose però non vanno come previsto. (fonte mymovies)
Primo piano per Ryan Gosling,
probabilmente il miglior palo
del mondo del crimine hollywoodiano

Il mio commento:

... Against the grain of dystopic claims 
of the thoughts your actions entertain, and you have proved to be 
A real human being, and a real hero, 
Real human being, and a real hero, 
Real human being, and a real hero, 
Real human being, and a real hero, 
Real human being (repeat)  ...     

Conclusa la visione di questo film, lo giuro, non riuscivo a togliermi dalla testa la canzone "A Real hero" di College & Electric Youth. Piacevolmente dolce e ossessiva, con echi di musica in stile anni '80, e IMHO vagamente ammiccante a Dreams dei Cranberries, si imprime nella memoria nello spettatore accompagnandolo nella visione del film di Refn, un regista che non mancherò di cercare ancora (c'è quel suo Bronson che mi ispira assai...).
A essere onesti, il numero di battute
che si scambiano questi due prima
di instaurare la relazione è paragonabile
a quelle scambiate in un film porno
Ispirato all'omonimo romanzo di James Sallis (di cui vi segnalo questa recensione qui), Drive è focalizzato sulla figura del protagonista, un laconico Ryan Gosling che predilige il silenzio, la staticità, un'esteriore distacco da tutto. Stuntman di giorno ed esperto autista per criminali quando capita, il nostro è, all'apparenza, un ragazzo per bene, di bella presenza, rassicurante (per certi versi) e inquietante per altri. Voglio dire, se penso a come son fatto io, la sua mancanza di comunicazione verbale e la sua freddezza dei modi mi lasciano un po' turbato. Probabilmente, se nel film regista e sceneggiatore avessero concesso quanto meno un flashback del suo passato, magari anche lo spettatore medio avrebbe maggiormente compreso con chi aveva a che fare. Invece, dopo una buona metà del film in cui ci sembra di aver a che fare con un ragazzo, tutto sommato, tranquillo, si iniziano ad avvertire i primi cambiamenti. 
Variazioni che si corre il rischio di collegare unicamente alla relazione e ai sentimenti che Driver prova per Irene ma che, stando al contenuto del romanzo - che parrebbe essere leggermente diverso dal film... -, è invece da porre in relazione con quello che è il background del personaggio impersonato da Ryan Gosling. E che, per coerenza, non ha manco un nome. Ad ogni modo, dicevo, nella seconda parte del film emerge un altro lato del carattere del protagonista che, come un animale braccato, reagisce ai danni di coloro che hanno provato a fregarlo o che attentano alla sua vita. Ah, se reagisce.... da bravo ragazzo che sa trovare la bellezza della natura in un angolo sperduto di Los Angeles, che sa aiutare una famiglia rimasta con l'auto in panne, che sa voler bene a un figlio non suo e a far innamorare la dolce Irene, non ci si aspetterebbe tanta brutalità. Ecco, come dire, non avevo mai visto una persona - letteralmente - sfondata di calci o martellata di giustezza....D'altronde, il nostro è "uno scorpione" e, al pari dell'animaletto della favola della rana e dello scorpione, agisce secondo quella che è la sua natura. Poco importa se la logica e la razionalità potrebbero consigliare altre strade. 

venerdì 21 dicembre 2012

..:: Il Sigillo del Fuoco: scheda libro ::..


Colgo al volo l'occasione per un breve messaggio promozionale in favore di un collega scrittore conosciuto via mail su FantasyStory e con il quale, nel tempo, anche dopo la triste esperienza con Runde Taarn, si è mantenuto il contatto. Mi riferisco a Uberto Ceretoli, autore de "Il Sigillo del Vento" e "Il Sigillo della Terra" per Asengard, che, recentemente, ha dato alle stampe il terzo capitolo della sua saga fantasy: "Il Sigillo del Fuoco".

Purtroppo, a causa delle dinamiche che hanno interessato l'editore (che prima sembrava esser sul punto di chiudere i battenti e successivamente è stato rilevato da un altro gruppo) e l'attuale linea editoriale con la quale intende proporsi sul mercato, la sua saga è stata sospesa. 
Non tanto perché mancasse il materiale (Il Sigillo del Fuoco era pronto da due anni) o per via dei contenuti, lo ribadisco in quanto lettore dei precedenti due capitoli della saga, ma per mere valutazioni di mercato. 
Chiuso il capitolo Asengard, non è nemmeno stato possibile trovare un editore disposto a riprendere in mano il progetto...
Fortunatamente Uberto ha deciso di procedere ugualmente con il proprio progetto rivolgendosi a una realtà di self-publishing (YouCanPrint) offrendo così ai lettori la possibilità di proseguire con la lettura.
Per maggiori informazioni segnalo il link al blog dell'autore e riporto qui di seguito la trama del nuovo libro che, allo stato attuale, è presente in alcune librerie on-line quali IBS o UniLibro:

Gabriel figlio di Lester, giovane mago spontaneo, è costretto a rintracciare presso l'Università di Amaradantis gli incantesimi mancanti per il dominio del Sigillo del Fuoco e si trova impaludato negli screzi tra maghi e inquisitori in seguito agli omicidi commessi dal mezzo-demone Jaquish di Anquelot, suo padrone.
Gwyllywm, elfo di Si'phir, rientra presso gli elfi ortodossi con la chiave genetica per trasfromare gli umani in berserker, macchine da guerra al servizio degli elfi.
Il mezz'elfo Laoden di Alerbia decide di affrontare il padre Vortigern, elfo di Tseller, per vendicare la madre umana che Vortigern ha abbandonato e per distruggere il Consiglio di Kaerwood, la setta che trama per mantenere un equilibrio posticcio tra l'Impero e i Regni Liberi.
Nel terzo Libro della Saga, l'ultima battaglia tra ortodossi e revisionisti e la spiegazione dei misteri che aleggiano intorno ai Sigilli e alla creazione degli umani.
  

martedì 18 dicembre 2012

..:: Most wanted - Novembre 2012 ::..

Gli atroci: metal e demenzialità,
un vero toccasana musicale
In nome di simboli immortali quali Acciaio e Salsiccia, vado a incominciare questo nuovo appuntamento con le parole chiave maggiormente ricercate da voi - sì, voi! - frequentatori di codesto mio blog.
Certo, prima di passare alla disamina delle query più gettonate, potrei anche spendere qualche parolina su altre amene faccende che hanno riguardato il passato recente, molto recente.
Tra primarie, Monti che si dimette, Berlusconi che, dopo essersene andato per noi, ora torna per noi (ancora...che palle!) e promette pure di azzerare l'IMU che lui stesso ha istituito, ed Eva Henger che diventa vedova magari di argomenti ce ne sarebbero pure da trattare. Tra l'altro, senza nulla togliere all'anima spiccatamente commerciale dei vari telegiornali nostrani, non è strano che i servizi sulla morte del fotografo/regista/talent-scout Riccardo Schicchi si siano tramutati in un pretesto per portare in scena ben altre presenze. Non che mi spiaccia, sia chiaro, solo l'ho trovato un po' irrispettoso. Un effetto straniante che, presumo, sia lo stesso che certi esponenti politici abbiano sperimentato ascoltando il programma/lezione tenuto da Benigni sulla Costituzione Italiana. Purtroppo ne ho seguito solo alcuni spezzoni - ero più propenso a seguire Hugo "V per Vendetta" Weaving su Italia Uno - ma spero sia stata un'esperienza illuminante ed emozionante per le decine di spettatori che l'anno seguita. Mi aspetterei però, ora, una trasmissione analoga in cui, visto che adesso abbiamo scoperto di avere un Costituzione, si mettano in luce gli articoli che vengono attualmente rispettati, quelli che NON vengono adeguatamente considerati e quelli che, teoricamente, potrebbero venir cambiati. In fondo, la crisi economica nazionale e mondiale, se non ho capito male, ha a che fare con qualcuno dei nostri articoli... 
Non mi dilungo invece sulla recente strage degli innocenti avvenuta in Connecticut: mi spiace per i bambini assassinati e per le rispettive famiglie ma mi auguro che, prima o poi, venga rivista l'attitudine tutta umana per la produzione di armi e l'uso delle stesse. Mi chiedo però se faccia più scalpore apprendere di simili gesti di sconsiderata follia avvenuti lontano da casa nostra o il conteggio delle vittime causate da organizzazioni criminali quali Cosa Nostra, Camorra, 'Ndrangheta che, probabilmente, assomiglia al bilancio di una piccola guerra. D'altronde, non ti curar di loro, ma fottetinne e passa, diceva il saggio.
Comunque sia, direi di abbandonare questi miei vaneggiamenti e di dedicarci a qualcosa di ben più profondo e significativo per l'umanità. Procediamo quindi con le chicche che ho selezionato tra le query maggiormente cercate. Ricerche articolate e piuttosto originali, ve lo concedo:

"A quanta distanza devono rimanere dalle case gli sparatori per i colombi in mezzo un campo" : non saprei, veramente. E poi, perché volete sparare ai Colombi?

"Telefilm di un ciccione e uno magro con la protagonista di i carly" : eh?

"Perché il gatto è fissato con la scatola?" : quale scatola? Quella dei croccantini?

"Voi, voi che noi amiamo, voi non ci vedete, non ci sentite, ci credete molto lontani eppure siamo così vicini. siamo messaggeri che portano la vicina" : ok, ok, è una citazione di "Così vicino così lontano" ma...davvero qualcuno di voi ha digitato tutto sta roba su Google???

In materia di singolarità, troviamo invece disperate richieste per una "Igienista cosplay" e per "Wallpaper con soldati russi": ce n'è per tutti i gusti, insomma.
Quanto invece alla top 10, mentre in sottofondo lascio scorrere le note de Gli Atroci, lasciandomi persuadere ancora una volta che la migliore musica italiana bisogna andarsela a cercare, andiamo a esaminare la classifica risultante per il mese di novembre 2012:

venerdì 14 dicembre 2012

..:: The Grey ::..

Titolo: The grey
Regia: Joe Carnahan
Anno: 2012
Genere: azione
Cast: Liam Neeson, Frank Grillo, Dermot Mulroney, Dallas Roberts, Joe Anderson

La trama: 
John Ottway lavora in una base dispersa tra i ghiacci. Il suo è un compito particolare: deve difendere i suoi colleghi dai lupi che sono numerosi nell'area. Ottway è però in crisi e sta per spararsi quando proprio la presenza di un lupo lo distoglie dal gesto. Lo ritroviamo, con alcuni colleghi, a bordo di un aereo per fare ritorno a casa ma il velivolo precipita e i sopravvissuti avranno a che fare proprio con i lupi che non hanno certo intenzioni amichevoli. (fonte mymovies)

Il mio commento:
Dunque...dunque...dunque...prima di parlare di codesto film credo sia doveroso spendere due parole sul protagonista indiscusso di questa pellicola.
Notare l'intensità dello sguardo,
la forza che traspare
da questo sessantenne
Nato a Ballymena, nell'Irlanda del Nord, nel lontano 1952, già negli anni 80 Liam Neeson muove i primi passi nel magico mondo del cinema partecipando a diverse produzioni, più o meno fortunate. E, fino ad oggi, sono molte le prove di attore che ha saputo regalare agli spettatori impersonando innumerevoli personaggi in opere di tutti i generi: da Darkman a Star Wars Episodio I, da Rob Roy a Gangs of New York, da Kinsey a Breakfast on Pluto passando addirittura per l'Oscar ottenuto per Schindler's List.
Una carriera di tutto rispetto, non c'è che dire.
Poi però qualcosa si è rotto e, per motivi ignoti ai comuni mortali, il buon Liam si è trovato costretto a prender parte a produzioni di cui, credo, tiene vergogna e per le quali, ancora oggi, si sveglia urlando nel cuore della notte, madido di sudore, terrorizzato e visibilmente provato. Dopodiché si accoccola in un angolo dove rimane fino all'alba, fustigandosi e invocando il perdono. Oppure, come già accadeva al buon Nicola Gabbia, è il fisco a ricattarlo e a spronarlo a taluni progetti cinematografici. Altrimenti non si spiegherebbe come mai un premio Oscar finisca a recitare in capolavori cosmici come BattleShip, la saga di Taken oppure A-Team. 
Ehi John, sicuro che l'autogrill
sia da questa parte?
Ed è proprio sul set di quest'ultima fatica cinematografica che, presumo, discorrendo di amene facezie con il regista Joe Carnahan, probabilmente dopo aver sbevazzato qualcosina, che a entrambi viene in mente l'idea per un nuovo progetto.
Detto fatto, il prequel di Wolverine - Le Origini è bello che servito.
Ma come, direte voi, non stavi parlando di The "quasi 7.0 su imdb" Grey?
Appunto, risponderò io. Che lo crediate o meno, secondo me questa perla della cinematografia - su imdb ha un voto superiore a Indipendence Day, Machete e Tree of life... - è nata dal viscerale e autentico desiderio del nostro nordirlandese preferito per i fumetti Marvel, in particolar modo per il buon Wolverine.

domenica 9 dicembre 2012

..:: The Punisher - Bentornato, Frank ::..

Titolo: THE PUNISHER GARTH ENNIS COLLECTION 1 - Bentornato, Frank
Autore: Garth Ennis
Disegnatore: Steve Dillon
Distribuito da: Marvel - Panini Comics
Genere: fumetto, azione

La trama in breve:
Nuovamente disponibile dopo una lunga attesa il primo ciclo di Punisher creato da Garth Ennis e Steve Dillon, la coppia responsabile dell’acclamata serie “Preacher”. Uscita nel 2000 sotto l’etichetta Marvel Knights, diretta da Joe Quesada prima che diventasse Editor in Chief della Marvel, questa serie di 12 numeri rappresenta un nuovo inizio per il vigilante più famoso dell’universo Marvel. “Bentornato Frank” è un ciclo di storie autoconclusivo che porrà le basi per una nuova grande stagione di gloria per Punisher con alle redini il dissacrante e violento Ennis, una serie di racconti che ispireranno i due lungometraggi dedicati all’antieroe Marvel. Una nuova edizione per un volume che è già ferocemente entrato nella storia del fumetto USA. (fonte PaniniComics)

Il mio commento:
Circa un anno fa ho visto il live-action "The Punisher" ispirato al noto personaggio Marvel, una visione motivata anche dall'esigenza di redigere una recensione per Terre di Confine. 
Fondamentalmente ho conosciuto Il Punitore tramite il film (e nemmeno particolarmente eccelso) tuttavia qualche scintilla e qualche curiosità, da allora, mi era rimasta dentro. Motivo per cui ho voluto recuperare questa raccolta realizzata da Garth Ennis, un malloppone di 280 pagine che recentemente ho divorato.
Già, divorato, perché la lettura è stata frenetica e coinvolgente e nel giro di poco tempo mi son ritrovato alla fine del ciclo narrativo proposto, 12 numeri della serie che hanno segnato il ritorno di un grande autore e il rilancio di un personaggio decisamente particolare.
Ok, Frank Castle non è certamente tra gli eroi più luminosi che possiamo incontrare nel vasto panorama fumettistico e non: è controverso, discutibile, praticamente un sanguinario assassino a piede libero. Un ragazzone fortemente determinato, implacabile e intransigente nel portare a compimento un proprio personale disegno di giustizia, dispensando l'estrema punizione a coloro che si sono macchiati di crimini e colpe gravi. Per di più veste sempre di nero e non l'ho mai visto rilassarsi un po', sempre a trafficare con armi e oggetti contundenti,
In particolare, nelle pagine di questa collection, le vicende si concentrano sulla lotta senza quartiere che The Punisher muove alla famiglia malavitosa degli Gnucci che, pagina dopo pagina, viene praticamente estinta. La narrazione è schietta, diretta, procede senza intoppi e senza particolari approfondimenti o flashback per caratterizzare i personaggi che si muovono tra le vignette. Esiste il presente, una giustizia sommaria da dispensare e poco altro. Ma, a differenza di quanto accadeva nel film - che, per l'appunto, era solamente ispirato al personaggio Marvel - qui si respira una sana dose di ironia che rende l'intera esperienza di lettura molto più godibile e, a tratti, divertente. Esattamente in linea con quanto promesso da Ennis nell'introduzione.
Anche se, in realtà, vengono proposte atroci brutalità o uccisioni di massima, favorendo il transito di concetti a dir poco "immorali" non c'è la necessità di giustificare o difendere nessuno: The Punisher è un personaggio negativo ed esecrabile. Ma, appunto, si tratta di funzione, di avventure fumettistiche e divertimento.

sabato 8 dicembre 2012

..:: Fist of the north star ::..

Titolo: Fist of the north star
Regia: Tony Randel
Anno: 1995
Genere: azione, arti marziali
Cast: Gary Daniels, Costas Mandylor, Malcolm McDowell, Chris Penn, Isako Washio, Dante Basco, Nalona Herron, Isako Washio

La trama in breve:
Trattasi di un live action ispirato al celeberrimo manga, o all'anime se volete, Hokuto No Ken di Tetsuo Hara. In particolar modo fa riferimento alla prima parte della serie, ovvero alla saga di Shin. 
In un contesto post-apocalittico, dove regnano caos e miseria, Kenshiro, successore della scuola di arti marziali dell'Orsa Maggiore, vaga nel deserto spostandosi di villaggio in villaggio. E' un uomo solo, che ha perso tutto, praticamente un poveraccio alla deriva. Ma tutto è destinato a cambiare quando giunge a Paradise Valley e incontra Bat e Lynn grazie ai quali acquista consapevolezza del proprio ruolo di salvatore del mondo. Decide di porre fine alle angherie dei Crossman, gruppi di balordi che scorazzano nella zona e che rispondo al comando di Lord Shin, dispotico tiranno, maestro nell'arte marziale della Croce del Sud, che, in passato, ha causato le sette cicatrici sul petto dello stesso Kenshiro e rapito la sua fidanzata, Julia.

Il mio commento:
Kenshiro, protagonista del
manga Hokuto No Ken,
successore della sacra scuola
di Hokuto.
Praticamente un dio.
Dopo aver letto di tutto e di più su questo film, previa una necessaria quanto inefficace fase preparatoria, ho deciso di dedicarmi alla visione di quest'opera. Praticamente una pietra miliare nella storia del cinema, nel senso che definisce un limite inferiore alla decenza.
Personalmente, ora mi sento di giustificare la jihad contro i responsabili di una simile insensata cagata biblica.
La trama che ho proposto qualche riga più sopra consideratela una versione edulcorata e nobilitante di quella che è, in realtà, la storia proposta. Indubbiamente, regista, produttori e cast, erano drammaticamente a corto di soldi e disposti a tutto pur di guadagnare un tozzo di pane. 
Ora, direte voi, che magari trovo da ridire sul film solo perché ho visto l'anime (la pellicola usata da Italia7 credo sia ormai usurata dal numero di volte che ha mandato in onda il cartone animato) e letto il manga.
In verità, in verità vi dico: guardate anche voi e poi sappiatemi dire.
Nella migliore delle ipotesi avrete, come è accaduto al sottoscritto, qualche momento di folle - ma lucida - ilarità. Per il resto, la vostra espressione oscillerà tra il disgustato e il perplesso mentre tenterete di apprezzare il talento perverso palesato da coloro che hanno saputo concepire questo Fist of the north star.
No, non è un pupazzo.
E' proprio lui, la versione in
carne e ossa di Kenshiro.
Ne avessero azzeccata una, una! Tutto quello che potevano sbagliare, l'hanno rovinato. Ma non si tratta di sviste o di variazioni necessarie per impedimenti tecnici o di altra natura. No, semplicemente c'è del dolo, una volontà autolesionista di voler attirare su di sé l'ira funesta di tutti gli appassionati del mitico Ken.
Ecco allora che per protagonista si va a scegliere un artista marziale (e vorrei ben dire!) alto poco più di mezzo metro, legnoso, inespressivo, del tutto incapace di recitare e, praticamente, inutile. Addirittura osa esibirsi in una posa da macho a bordo di una moto. Lui? Su una moto? Ma se non aveva manco la patente e alla guida si metteva sempre Bart? Se in mano sua persino Re Nero, il possente cavallo di Raoul ha perso un occhio? Lui che ovunque andasse si ritrovava sempre sul bordo di un precipizio senza fondo??? °___°

mercoledì 5 dicembre 2012

..:: Malapunta ::..

Titolo: Malapunta
Autore: Morgan Perdinka
Curatore: Danilo Arona
Editore: Edizioni XII
Genere: horror, noir, gotico
Pagine: 360

La trama in breve:
C’è una piccola isola tra la Toscana e la Corsica, simile a una lancia di granito, che fora il Mediterraneo e punta minacciosa il cielo.
Su quell’isola si sogna.

Un uomo che ha perso l’amore e desidera solo lasciarsi morire. Un gruppo di persone che fanno della sopravvivenza il loro credo. Un clandestino cresciuto nelle fogne di Bucarest. Uno scienziato visionario e uno strano esperimento.
Un delitto orribile, tra le rovine degli antichi Druidi.
E la Fine del Mondo.

Il capolavoro di Morgan Perdinka, scritto nel 2003 – quattro anni prima del misterioso suicidio dell’autore –, pubblicato per la prima volta, riscoperto e presentato dal maestro Danilo Arona.
(fonte Edizioni XII)

Il mio commento:
"Io sono un sogno che sogna di inghiottire chi mi sogna"

Ancora una volta Edizioni XII si dimostra un'ottima realtà editoriale, capace di proporre testi di ottima qualità e dall'accattivante attrattiva estetica. 
Senza scordare lo sconto che propone ai soci di TdC (quale sono ^_^) che rende ancor più invitante l'acquisto dei suoi libri...
Ad ogni modo, con Malapunta, non ci troviamo certamente di fronte a un titolo di facile e immediata fruizione. E proprio per questo, la soddisfazione e la profondità che la lettura regala può risultare molto gratificante e stimolante.
Sin dalle prime pagine, già leggendo la lunghissima introduzione suddivisa in parti e intitolata "Della magnificenza delle zone di confine", si avverte la sensazione di trovarsi dinnanzi a un'opera sfaccettata e intensa, ricca e complessa. Ecco allora che pian piano il lettore viene persuaso a riconsiderare sotto una nuova ottica quello che, fondamentalmente, è il mondo reale e quello che risulta essere il mondo onirico, quello delle suggestioni irreali e fantastiche, permeato di energia primigenia e arcana 
Da subito, lo ammetto, non capivo dove l'autore volesse condurmi o, addirittura, se la narrazione non avesse già avuto inizio attraverso le vivide e - talvolta - surreali parole di Perdinka. D'altra parte, non capita spesso di venir svegliati nel cuore della notte da una telefonata ricevuta da...se stessi! 
In realtà, l'inizio vero e proprio, giunge subito dopo questo incipit preparatorio. 
L'inizio, già...come se in effetti ci fosse un vero e proprio inizio. O una fine. Credo che l'immagine di una spirale o di un labirinto sia più efficace nel rendere l'idea che, fondamentalmente, Malapunta propone.
Capiamoci: il testo ha una sua completezza, un suo sviluppo ben definito, un'ambientazione studiata e approfondita, ma tutto questo è ben lungi dal concedere un'esperienza letteraria lineare e limpida. 
E non è, badate bene, affatto un difetto dell'opera.
La storia, così come i personaggi, possiedono più di un "livello" di esistenza. Ok, non è la miglior definizione che potevo escogitare ma d'altra parte, non vorrei nemmeno rovinare la lettura iniziando a sviscerare le molteplici identità dei protagonisti della storia. Personaggi che, nell'arco delle circa 360 pagine di libro, interagiscono in modo differente tra loro, creando parallelismi e forti rimandi. 

sabato 1 dicembre 2012

..:: Battlestar galactica - seconda stagione ::..

Titolo: Battlestar galactica - Seconda stagione
Anno: 2005/2006
Numero episodi: 20
Genere: fantascienza

La trama in breve: (attenzione, contiene spoiler!)
Khara e Agathon tornano sul Galactica, mentre Anders è costretto ancora una volta a restare indietro. Con la Freccia di Apollo, la Flotta raggiunge Kobol e la Tomba di Atena. La copia Numero Otto che ingannò Agathon su Caprica si imbarca sul Galactica, mentre Boomer viene uccisa. In seguito viene rivelato come i cyloni umanoidi siano in grado di resuscitarsi trasferendo la propria coscienza all'interno di un altro corpo, ma solo nei dintorni di una Nave Resurrezione costruita appositamente. Caprica Sei riuscì in questo modo a salvarsi dall'attacco delle Dodici Colonie, tornando a far parte della comunità cylone. Il cylone risulta essere ancora legata a Gaius Baltar, di cui vede e percepisce una proiezione. La Flotta viene in contatto con la Base Stellare Pegasus, anch'essa scampata all'attacco cylone. Adama lascia il comando a Helena Cain, ammiraglio più alto di grado. Tra Adama e Cain l'attrito cresce sempre di più finché entrambi ordiscono l'esecuzione l'uno dell'altra. 
Ok...non è brutta come sembra ma...
te lo prometto, Lee. Io e il comaandante
non faremo più quel giochetto sessuale
L'ammiraglio Cain viene infine uccisa da un Cylone e il comando torna nelle mani di Adama. Numero Otto, incinta di Karl Agathon, dà alla luce Hera, primo ibrido cylone-umano che potrebbe rivelarsi la chiave del destino di entrambi i popoli. A Khara Thrace viene data l'occasione di poter tornare su Caprica con una squadra di soccorso per prelevare Anders e i suoi uomini e condurli sulla Flotta. Gaius Baltar vince le elezioni presidenziali proprio quando la Flotta ha trovato un pianeta su cui insediarsi, New Caprica.
Un anno dopo, il pianeta è stato invaso dai Cyloni, che hanno facilmente tolto il potere a un debole Gaius Baltar. Il colonnello Tigh, Anders e Galen Tyrol guidano la Resistenza, mentre Laura Roslin e Khara Thrace sono tenute prigioniere. William Adama e suo figlio Apollo si trovano invece in orbita intorno al pianeta, sul Galactica, indecisi sul da farsi. (fonte wikipedia)

"Numero 6?" "Sì, tesoro"
"La bimba perde olio, mi sa..." 
Il mio commento:
Lentamente ma inesorabilmente, come il fisco, sono giunto al termine della seconda stagione di Battlestar Galactica. Un'impresa riuscita grazie anche alle numerose trasferte in suolo catanese e alla mitica presa USB del televisore dell'hotel Mediterraneo: senza di queste non ce l'avrei fatta a concludere la visione ben prima della fine del 2012.
Rispetto alla stagione precedente, complice la disponibilità di tempistiche (e fondi...) più ampie, questa propone un discreto sviluppo della storia articolandosi in molteplici direzioni. Si approfondisce la conoscenza del mondo cylone e della modalità con cui questi comunichino o trasmigrino da un corpo all'altro. 
A nome della congregazione dei mastri
birrai: "Grazie di esistere, Saul!"
Si innescano lotte per il potere all'interno della flotta sia in termini di gerarchia militare (Cain vs Adama) che in termini di gerarchia politica (Roslin vs Baltar) che in termini di ribelli e organi di potere civili (ci sono un paio di attentati, in una muore Billy Keikeya e nell'altra...beh...difficile conteggiare le vittime mietute da un ordigno nucleare...). 
Sempre sul piano dei contrasti e delle diverse modalità di vedere e intendere il mondo, emergono anche altri risvolti: la tematica "religiosa" si fa molto avvertire, con tanto di strane visioni e personaggi atteggiati a profeti, oppure l'aspetto dell'insediamento su New Caprica rispetto alla volontà di starsene in viaggio o su come decretare la sopravvivenza se sacrificando qualche nave civile, come la Cain insegna, oppure cercando di convivere tutti assieme. 

mercoledì 21 novembre 2012

..:: The tree of life ::..

Titolo: The tree of life
Regia: Terrence Malick
Anno: 2011
Genere:  drammatico
Cast: Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Fiona Shaw, Joanna Going

La trama in breve:
Texas, anni Cinquanta. Jack cresce tra un padre autoritario ed esigente e una madre dolce e protettiva. Stretto tra due modi dell'amore forti e diversi, diviso tra essi per tutta la vita, e costretto a condividerli con i due fratelli che vengono dopo di lui. Poi la tragedia, che moltiplica le domande di ciascuno. La vita, la morte, l'origine, la destinazione, la grazia di contro alla natura. L'albero della vita che è tutto questo, che è di tutte le religioni e anche darwiniano, l'albero che si può piantare e che sovrasta, che è simbolo e creatura, schema dell'universo e genealogia di una piccola famiglia degli Stati Uniti d'America, immagine e realtà.  (fonte mymovies)

Il mio commento:
Tra le numerose recensioni presenti nel web, in riferimento a questo film, scopro il seguente aneddoto "Sei minuti di applausi alla prima di Cannes riservata al pubblico, ululati e fischi conditi da non troppi battiti di mano per la proiezione riservata alla stampa".
Personalmente, mi domando come siano anche solo riusciti a pensare di ululare e fischiare dopo la visione di codesto film, per altro vincitore della Palma D'oro. Ok, i gusti son gusti, così come le preferenze in termini di ritmi e tematiche sono soggetive ma, sinceramente, trovo difficile pensare che lo spettatore, qualunque spettatore, dinnanzi a quanto proposto da Malick possa restarne indifferente.
Non si tratta di una visione semplice né immediata, questo lo concedo. E' indubbiamente un'esperienza impegnativa, complessa, che richiede sforzo e volontà, da parte di chi osserva, per accettare e seguire quanto proposto. The tree of life è infatti un film inusuale, pregno di interrogativi e significati, palesemente incentrato su una forma di ricerca personale e collettiva. Se da un lato i lunghi silenzi, il ritmo lento, le inquadrature talvolta ossessive e l'incedere non sempre "narrativo" possono scoraggiare, al contempo le sequenze proposte, poesie di immagini e armonie di musica sublime, risultano altamente evocative, poetiche e sublimi, capaci di incuriosire e avvincere. 
Per quanto mi riguarda, complice le molte frasi appena appena sussurrate, si tratta di un film che vuol parlare allo spettatore, a patto però che questo si trovi in una condizione di disponibile percettività. La narrazione infatti non sempre procede in modo canonico, seguendo lo scorrere del tempo, fatto questo che ne rende ostica la fruizione; a tratti tutto è affidato allo scorrere delle immagini che creano suggestioni e connessioni che trascendono tempo e spazio, fortemente permeate da richiami religiosi. Il regista, qui alla sua quinta prova di regia (in circa quarant'anni di attività) indugia spesso in lunghe sequenze costituite da sguardi che scrutano fuori campo (Cercando risposte? In attesa di qualcosa?) oppure da panoramiche che spaziano sul creato e su paesaggi naturali, cercando di instaurare una comunicazione con lo spettatore che vive di emozioni sussurrate e richiami a quesiti esistenziali e spirituali.

domenica 18 novembre 2012

..:: Most wanted - Ottobre 2012 ::..

Ed eccoci a un nuovo mirabolante appuntamento con le query maggiormente cliccate dai prodi cibernauti che approdano qui. Noto con piacere che c'è stato anche qualcuno, statisticamente irrilevanti in realtà :-( ,che è giunto a questo blog cercando informazioni sul mio imperdibile "Ipermercati for dummies". A tal proposito, ricordo che c'è ancora tempo per partecipare alla catena di lettura su Anobii, così da poterlo leggere aggratis.
Prima della classifica vera e propria spendiamo poi qualche parolina sulle queries più curiose e significative per attestare la qualità dei contenuti che il popolo del web reclama.
Cominciamo con "maestro Hulk": in effetti ho sempre guardato all'intrattabile gigante verde come a un mentore, a una guida saggia e capace, in grado di trasmettere insegnamenti di vita e nozioni in qualsivoglia ambito. 
L' "Abito da studioso dungeons and dragons" credo sia poi un nuovo must in fatto di cosplay. Che poi, sinceramente, esiste davvero qualcuno che esegue ricerche, tesi e saggi su AD&D e che, per fare ciò, deve necessariamente vestirsi in modo bizzarro? Al di là dell'abito, che non fa il monaco, sarebbe interessante sapere se, in effetti, il fantasy e gli rpg sottintendano anche a una qualche spinta culturale da sanare. In fondo, stiamo parlando di un genere che è oggetto di cambiamenti ed evoluzioni, forte anche delle recenti spinte mediatiche dettate da serie quali Il Signore degli Anelli e Harry Potter. 
Che ci crediate o meno, questo
è "Maestro" Hulk...
Mi auguro comunque che tutto l'interesse per i misteriosi mondi creati dalla fantasia non sfoci in culti blasfemi o in rituali dal dubbio senso. Anche se, in effetti, questo spiegherebbe la necessità di reperire informazioni su "Rituali di magia con i lombrichi".
E laddove l'esoterismo non può giungere, ecco soccorrerci la scienza e la tecnologia medica. Sembra infatti che qualcuno abbia minuziosamente controllato questo blog alla ricerca del fantomatico "chirurgo che rifa l'anima". Incredibile cosa non si riesca a fare con le nanomacchine, al giorno d'oggi.
Per i più tradizionali, abbiamo invece ricerche di stampo più classico e di più immediata comprensione: "Dove posso trovare l'immagine del culo di jessica alba in fantastici 4?" Una richiesta che si direbbe assumere il colore della supplica.
Relativamente alle chicche cinematografiche troviamo invece qualche intenditore che bramava informazioni o immagini relative a "(Bruno) L'etero wrestling", ovvero il personaggio di "L'etero Jack" impersonato da Bruno, alias Baron Sacha Cohen. Una sequenza, quella del wrestler dichiaratamente etero che, invece, sul ring, dinnanzi a tutti, rivela di non essere poi così tanto "etero".

giovedì 15 novembre 2012

..:: Visti di recente ::..

Ultimamente, vuoi per impegni e imprevisti vari, il tempo per aggiornare il blog con le mie mirabolanti divagazioni in materia di film o fumetti o quant'altro è venuto meno. Anche se, in realtà, di cosucce di cui mi ero ripromesso di ciarlare ce ne sarebbero state (vedi Raqiya oppure Homunculus, per il quale stavo ponderando di redigere una recensione per TdC...poi però mi son perso via con la revisione di un paio di racconti ...e con l'esame di cintura di kung fu...). 
Ecco perché ne approfitto per una veloce carrellata su alcune delle ultime fatiche cinematografiche viste di recente: Gladiatori di Roma, L'era glaciale 4, La battaglia dei tre regni.

Partiamo allora con il primo di questi, "Gladiatori di Roma", lungometraggio d'animazione di matrice italiana.
La trama in breve recita così: 

"Timo, un orfanello scampato alla storica eruzione di Pompei, viene salvato da un gladiatore che lo porta con sé a Roma, lo accoglie nella sua famiglia e cerca di instradarlo all'arte del combattimento nella sua rinomata "accademia" per gladiatori. Ma Timo tutto è tranne che un combattente coraggioso. Impacciato a dir poco, goffo, molliccio, indolente, sembra non avere nessuna passione che lo motivi nella vita quotidiana, se non l'amore per Lucilla, la sorellastra, unica figlia del padre adottivo. Appena tornata dalla Grecia - da una "vacanza-studio" come la chiameremmo oggi - dove è andata a studiare filosofia, la ragazzina che è ormai già donna, seduce chiunque incroci il suo sguardo. Ma come in ogni fiaba che si rispetti il principe azzurro, il promesso sposo, deve essere il bello e il ricco di turno. Caso vuole che il rivale di Timo, Il gradasso e belloccio Cassio, sia il gladiatore più forte di Roma, nonché il figlio dell'imperatore Domiziano. Nozze perfette. Da copione fiabesco però la "principessa" non ne è innamorata. Il lieto fine è chiaramente scritto già dalle prime scene. E tutto ricorda l'iniziazione, con tanto di prove e di sfide, che l'eroe dovrà superare per conquistare l'amata. " (fonte mymovies)

Ora, sinceramente l'ho visto in una domenica pomeriggio all'insegna del disimpegno ignorando del tutto ciò che stavo per guardare. Non sapevo nemmeno che dietro alla realizzazione si celasse lo studio Rainbow, di Iginio Straffi, "papà" delle Winx. Mi ha fatto piacere comunque riscontrare un prodotto nostrano in grado di competere, a livello di narrazione e di qualità visiva, con produzioni internazionali. E' anche vero che qui da noi i film d'animazione e i cartoni in generale vengono ancora considerati "roba da bambini" o per "ridere", però credo che questo Gladiatori di Roma costituisca un buon segnale, sia sul piano culturale che di ricavi economici. Siamo, comunque dinnanzi a un prodotto di intrattenimento destinato alla famiglia, per cui con un linguaggio adatto a tutti, ma, sinceramente, non mi sono né annoiato né sentito defraudato. Forse, e dico forse, qualche richiamo a "Hercules" della Disney lo si avverte, così come certi personaggi risultano eccessivamente caricaturizzati ma, nel complesso, il film si lascia guardare e strappa più di una risata. 
Spero quindi che (tralasciando da subito il 3D) i produttori nostrani prendano coraggio e decidano di investire maggiormente in questo "settore", così che prima o poi si arrivi a proporre storie ben diverse dalle solite commedie o film drammatici di cui, sinceramente, sono stanco. 
Restando sul piano dell'animazione, veniamo a "L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva":

martedì 13 novembre 2012

..:: Ringer ::..


Titolo: Ringer - Prima stagione
Anno: 2011/2012
Numero episodi: 22
Genere: drammatico, thriller

La trama in breve:
Bridget è sobria da sei mesi ed in cerca di una vita migliore. Nonostante le rassicurazioni dell’agente Victor Machado la donna scappa a New York senza dire nulla a nessuno per ritrovarsi con la sorella gemella Siobhan. Le due provano a ricucire i rapporti ma Siobhan sparisce misteriosamente nel nulla e Bridget decide di rubarne l’identità. Scoprirà molti segreti riguardo la sorella e la sua cerchia di amici e, quando qualcuno cercherà di ucciderla, capirà che la vita di Siobhan non era poi così tranquilla come sperava. (fonte ringeritalia)
"Anvedi quanto so fantastico..."


Il mio commento: (ATTENZIONE agli SPOILER!!!)
Ho iniziato a seguire questa serie per caso, facendo zapping tra i canali televisivi in compagnia di Silvia. E la serie ci aveva incuriosito così, tra una cosa e l'altra, abbiamo deciso di visionarla per intero.
Complessivamente non mi è spiaciuta anche se, in effetti, si avverte il peso di tagli e pressioni che ne hanno portato alla conclusione. Non sembrerebbe essere prevista una seconda stagione (colpa degli indici di ascolto non eccelsi) per cui la storia è stata, bene o male, conclusa.
"Siobhan, perchè la nostra casa
pullula sempre di gente sconosciuta?"
E' una serie abbastanza avvincente, ricca di misteri e di intrighi. Puntata dopo puntata sono più i misteri e i complotti che vengono a galla rispetto alla risoluzione di enigmi e questioni lasciate in sospeso.
I personaggi non sono numerosissimi ma ben amalgamati e con una discreta caratterizzazione e una moralità cangiante. Abbiamo il brillante uomo d'affari, Andrew Martin (impersonato da Ioan "Mr Fantastic" Gruffudd) che nasconde qualche scheletro nell'armadio in merito ai guadagni che registra e un trascorso non proprio idilliaco né con la prima né con la seconda moglie. 
La prima moglie di costui, Catherine (Andrea Roth), instabile e "particolare", con una malsana propensione alle trame macchiavelliche. Poi c'è Juliet (Zoey Deutch) la figlia irrequieta e psicolabile; Henry Butler (Kristoffer Polaha), amico di famiglia, amante, complice, scrittore, un po' tutto fare ma probabilmente il personaggio che cresce di più di tutti; Victor Machado (Nestor Carbonell, già sindaco di Gotham City nella trilogia di Christopher Nolan), tenebroso ma determinato agente dell'FBI; Malcolm Ward  (Mike Colter), sponsor e amico di Bridget, forse anche qualcosa in più....  personaggio che per altro scompare nel nulla ripetutamente, e non c'ha nessuno, un parente, un amico, qualcuno che lo cerchi...poveraccio....

lunedì 5 novembre 2012

..:: Most needed: Car communication ::..

Esempio number one: come
comunicare e fare quant'altro
in auto mentre, sul cofano,
un pedone rotola via placidamente
(link riferimento immagine)
Dopo il fortunatissimo ciclo di post relativi alle parole chiavi maggiormente cercate e desiderate dai cybernauti che approdano su questo mio umile spazio web - iniziativa che comunque continuerà a oltranza -, ne approfitto per inaugurare una nuova rubrica aperiodica relativa a necessità cui la società, la politica, l'economia, la tecnologia, o chi per esse, dovrebbe sopperire.
IMHO, ovviamente.
Cominciamo quindi dalla Car Communication, ovvero la comunicazioni tra auto e veicoli in generale.
Viviamo, ed è banale ribadirlo, in un mondo in cui i social network, internet e compagnia bella sono, di fatto, pane quotidiano. 
La maggioranza della popolazione (mi riferisco più che altro a chi abita la mia cara amata patria Italia) possiede uno o più smartphone (sennò, come farebbe a segnalare in FB perle di inenarrabile importanza quali "sono a casa", "esco", "fuori dalla finestra vedo un gatto", "il gatto sta attraversando la strada", "attenzione, sulla strada vedo anche un'auto che sopraggiunge", "esco a fotografare il gatto spappolato"...)(sono polemico, sì, colpa del tempo), tablet, computer ed è ormai più che avvezza alla comunicazione istantanea. Lo dimostra l'onnipresenza del cellulare nelle mani degli italiani (e non) mentre gironzolano, stanno a tavola, a scuola, in treno, in auto...
Ok, non tutto il territorio è stato ancora coperto al 100% dalla banda larga e non mi è chiara nemmeno quale sarà l'evoluzione delle infrastrutture in tal senso (non c'erano dei fondi, una volta, stanziati appositamente per queste cose?) ma bene o male gli utenti del web si contano a decine di milioni.
Al contempo, considerando il grado di evoluzione dei trasporti pubblici, il numero di persone che usufruisce di veicoli propri per spostarsi è elevatissimo. Motivo per cui le strade, talvolta, si dimostrano insufficienti in termini di capienza e possibilità di gestire una considerevole  mole di traffico. 
Auto che pur risultando sempre più confortevoli e accessoriate rimangono ancora oggi scatole emetiche che non consentono alcuna comunicazione tra gli esseri umani che al loro interno si spostano, chiacchierano, imprecano, urlano, strombazzano e via dicendo...
Ora, visto che capitano situazioni di congestione dovuta a incidenti, lavori in corso, disastri ambientali, gente incapace al volante e via dicendo, o che vi siano situazioni di particolare criticità e pericolo, mi domando, perché non equipaggiare le auto di un sistema di comunicazione?
In fondo, già i camion hanno il CB a bordo e possono abbellire la cabina con luci, calendari e scritte scorrevoli.
Già a suo tempo, per altro, la FIAT aveva ipotizzato di dotare la nuova 500 di emoticons con cui interloquire con il prossimo tuo come te stesso. 
Credo però sia necessario spingersi ben oltre e interrogarsi sulla necessità che, tra utenti della strada, vi possa essere comunicazione, senza tralasciare il fatto che comunque la comunicazione avviene ugualmente tuttora, ma solo in specifiche dinamiche.
Automobilisti che telefonano? Celo! 
Cartellonistica pubblicitaria? Celo! 
Avvisi su tabelloni luminosi? Celo! 
Informazioni radiofoniche? Celo! 
Comunicazione tra guidatori? Celo!
Intendo, non braccia che sporgono dal finestrino e segnalano il dito medio, né strombazzamenti stile vuvuzela quando si è in coda o chi ci precede non parte quando vorremmo? Ah, no, questo non celo...

domenica 28 ottobre 2012

..:: Una notte da leoni 2 ::..

Titolo: Una notte da leoni 2  (The Hangover Part II)
Regia: Todd Phillips
Anno: 2011
Genere: commedia
Cast: Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis, Justin Bartha, Paul Giamatti, Jamie Chung, Ken Jeong

La trama in breve:
Sono passati due anni dalla folle notte di Las Vegas in cui Phil, Stu e Alan rischiarono di far saltare il matrimonio del loro amico Doug. Anche se ancora in cerca dei pezzi mancanti della sua psiche, Stu è finalmente in procinto di sposarsi e, per l'occasione, ha deciso di invitare Doug e Phil ad una sfarzosa (e astemia) cerimonia in Thailandia presso la villa dei futuri suoceri. L'unico problema è che il viziato e pazzoide Alan non si è mai scordato quella fatidica notte a Las Vegas e, venuto a sapere del matrimonio di Stu, fa di tutto per farsi invitare, ansioso di poter passare un'altra notte assieme ai suoi unici amici. A parte qualche screzio fra Alan e il geniale fratello adolescente della sposina e un futuro suocero non proprio entusiasta dello sposo, tutto sembra procedere tranquillo. 
Finché qualche giorno dopo, arriva la solita telefonata da parte di Phil: "Abbiamo combinato un casino. 
Un'altra volta". (fonte mymovies)

Il mio commento:
A dire il vero speravo che il nuovo post relativo ad un commento filmico si riferisse a La Battaglia dei Tre Regni, ma devo ancora finire di vederlo...
In compenso, ieri, ne ho approfittato per un'oretta e mezza di relax (e, giusto per stare in tema, durante la visione ci siamo pure fatti anche qualche tazza di tè cinese) e ci siamo visti codesto film.
Praticamente, lo schema e i personaggi, rimandano fortemente al primo capitolo della saga ma ugualmente funziona. 
Okay, ci sono delle situazioni un po' forzate e "discutibili", però ci si diverte eccome.
E poi c'è anche un po' di sana gnocca e di intrigo simil-poliziesco, con un Paul Giamatti che vedrei bene a fare il boss di qualche cosca mafiosa di matrice russa. Diversamente, credo che in molti vederebbero volentieri Jamie Chung fare anche qualche ruolo più "spinto". 
Ahem...
Su tutti, il personaggio che mi rimarrà nel cuore, è Stu. Anche Alan (Zach Galifianakis) è un discretamente demente e caratterizzato, mentre Phil (Bradley Cooper) forse un po' troppo "bravo ragazzo". Quanto a Stu....poraccio.