giovedì 27 dicembre 2012

..:: Lo Hobbit: un viaggio inaspettato ::..

Titolo:  Lo Hobbit: un viaggio inaspettato
Regia: Peter Jackson
Anno: 2012
Genere: fantasy
Cast: Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, James Nesbitt, Ken Stott, Sylvester McCoy, Barry Humphries, Cate Blanchett, Ian Holm, Christopher Lee, Hugo Weaving, Elijah Wood, Andy Serkis, Aidan Turner, Dean O'Gorman, Graham McTavish, Adam Brown, Peter Hambleton, John Callen, Mark Hadlow, Jed Brophy, William Kircher, Stephen Hunter

La trama in breve:
Sessant'anni prima che Frodo desse inizio al suo viaggio verso Gran Burrone e oltre, suo zio Bilbo Baggins si godeva la calma della Contea e l'assenza di avventure (fastidiose scomode cose che fanno far tardi a cena) fino al giorno in cui Gandalf il Grigio non si presentò alla sua porta e lasciò su di essa un segno. Poco dopo, uno dopo l'altro 12 nani e il loro capo Thorin Scudodiquercia, prendevano possesso della casa dello hobbit Bilbo e della sua dispensa, per arruolarlo e partire con lui alla riconquista del vecchio regno dei nani, Erebor, da troppo tempo nelle grinfie del terribile drago Smaug. (fonte mymovies)

Il mio commento:
Uhm, a quanto pare, quando ho
firmato il contratto per
Il Signore degli Anelli
mi son vincolato anche per tutti i film
correlati alla saga...così salvo la faccia,
dopo aver fatto il Teschio Rosso
Come direbbe Elrond, pardon l'agente Smith, è stato "inevitabile": ebbene sì, ho visto l'ultima fatica di Peter Jackson. Però in 2D: il 3D sto cercando di boicottarlo. Lo so, lo so, questo era stato realizzato apposta per il 3D, c'erano anche i famigerati 48 fps che lo rendevano un'esperienza stratosferica ma...sono tirchio. E poi, già son rimasto fregato deluso altre volte con film in treddì che questa volta ho preteso di non vedermelo con gli scomodi occhialoni addosso. Che, per uno dalla vista non propriamente perfetta, sono solamente un ingombro fastidioso. In compenso, al cinema, accanto a me c'era un'allegra famigliola con tanto di bimba di 2-3 anni che, credo, non dormirà serenamente per qualche giorno... :-( 
Al di là di tutto ciò, lo confesso, guardavo a questo film con una certa qual dose di sospetto visto che, per insondabili misteri del business, la Warner Bross ha deciso di ricavarne non uno, non due, non quattro ma ben tre film. 
Preciso poi che non ho mai letto Lo Hobbit: ho letto il Signore degli Anelli, due volte, e il Silmarillion, una fatica che non vi dico. Ma lo Hobbit no. Però qualcosa sapevo, lo confesso. Qualcosina che, nel complesso, credo, racchiude l'essenziale di questo primo capitolo della saga. 
Il nostro manipolo di barbari
giunto per caso a GranBurrone...
quando si dice "che coincidenza!"
Ovvero: Bilbo Baggins parte per un'avventura inaspettata assieme a Gandalf e a una compagnia di nani e, per una serie di motivi, capita in una grossa caverna oscura dove incontra Gollum e, con l'astuzia, gli sottrae l'anello del potere. 
Solo che Peter Jackson racconta tutto ciò in circa 170 minuti.
Ora, per carità, onore al merito per aver saputo tradurre su grande schermo un'altra memorabile opera fantasy scritta da Tolkien (però, ecco, ci sono anche altri autori...tipo Brooks, Gemmel, Salvatore...voglio dire, di materiale ce ne sarebbe a iosa). E non neghiamogli un plauso caloroso per la pregevole veste grafica con cui ammalia gli spettatori di ogni età. 
Però, ecco, mi aspettavo di più. 

Uno spettacolo meno "prolungato" e meno telefonato. Ci sono un po' troppe situazioni forzate che si possono anche giustificare in un film preparato in poco tempo o con budget limitato ma che, qui, stonano. E non mi importa che fossero presenti o meno nel testo de Lo Hobbit: come c'è stata l'occasione di aggiungere vaccate o di sprecare intere sequenze sui pranzi e sui rutti dei nani, allo stesso tempo si poteva pensare a qualcosa di diverso da offrire agli spettatori.
Il grande...beh, più o meno
Thorin Scudodiquercia!
Scudo che compare a comando!!!
Invece...t'oh, la luna che splende stasera a GranBurrone è la stessa che brillava duecento e vattelapesca anni fa, quando hanno scritto la mappa. T'oh, parli di Radagast e in un territorio vasto ed esteso come una nazione lo incontriamo a botta sicura. T'oh, Galadriel legge nel pensiero ma nessuno si accorge che Saruman ha qualcosa di strano (tipo la dentiera al rovescio...). T'oh, abbiam bisogno di aiuto per sfuggire a una situazione perigliosa e a portata di mano abbiamo la falena più veloce delle Terre Selvagge pronta a coprire milioni di km nell'arco di qualche secondo, incontrare delle aquile grandi come case, convincerle senza farsi prima divorare, e poi guidarle sino a noi. Il tutto, possibilmente, prima che gli orchi sbudellino il nostro capo, opportunamente salvato da messer LO hobbit, pantofolaio di professione ma scaltro e coraggioso come pochi. Soprattutto nell'atterrare un orco di tre metri a cavallo di un lupo appena uscito dal set del film "The grey". 
Al di là di tutto ciò, malgrado alcuni episodi presi di sana pianta da Il Signore Degli Anelli (l'inizio, ad esempio, o il bianco consiglio), malgrado altre sequenze di dubbia utilità ai fini della narrazione (che me ne frega di vedere uno che sbarella per aiutare un riccio o assistere a un incontro di boxe tra giganti di roccia) il film ha un notevole impatto sullo spettatore. Come dicevo qualche riga più sopra, la resa grafica e l'epicità di taluni passaggi (pensiamo alla digressione su ciò che accadde ai nani), nonché il modo in cui sono stati caratterizzate città di elfi, hobbit e nani, hanno un che di sublime e poetico che difficilmente possono lasciare indifferenti.

I nostri baldi giovanotti pronti a riconquistare la perduta
Erebor! E se questi sono "il meglio" della razza dei nani...

 Però, e mi spiace dirlo, non volevo che Lo Hobbit fosse solo questo. Non tanto per Tolkien o per l'opera in sé ma perché, sinceramente, spererei anche in una proposta del fantasy in chiave adulta e matura, non soltanto alla stregua di fiaba con cui irretire gli incauti appassionati di cinema, e non. Anche se, probabilmente, in questo caso la mia critica cade un po' a vuoto perché l'impressione condivisa è che Lo Hobbit sia per lo più un'opera "da ragazzi", meno matura rispetto a Il Signore degli Anelli.
Bilbo, estasiato, davanti alla reggia
degli elfi, Gran Burrone
Ad ogni modo, per quel che mi riguarda, le quasi tre ore di proiezione sono volate, segno che il ritmo e la varietà sono buone e che il cast è sufficientemente in grado di reggere la scena (l'attore che ha impersonato Thorin mi ha convinto), però rimango perplesso se penso a ciò che potrà comparire nei prossimi due capitoli della saga. A parte il drago Smaug, che altro rimane?
Comunque sia, un'altra considerazione che mi rimane da fare è: perché in questo periodo si notano trailer e film come Lo Hobbit, Cloud Atlas, Oblivion, Pacific Rim...mentre il meglio che, in Italia, riusciamo a produrre è "Mai stati uniti"? Why??? 






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