lunedì 29 luglio 2013

..:: Pacific Rim ::..

Titolo: Pacific Rim
Regia: Guillermo Del Toro
Anno: 2013
Genere: sci-fi, azione
Cast: Charlie Hunnam, Idris Elba, Rinko Kikuchi, Charlie Day, Ron Perlman, Robert Kazinsky, Max Martini

La trama in breve:
Da una breccia inter-dimensionale creatasi nel profondo dell'Oceano Pacifico emergono i kaiju, mostri alieni giganteschi, con il solo scopo di cancellare l'umanità dalla faccia della Terra. Al fine di sopravvivere, le varie nazioni uniscono le proprie forze, cercando di contrastare l'invasione con il progetto Jaeger, che consiste nella creazione di enormi robot in grado di combattere ad armi quasi pari i terribili invasori; a comandarli due piloti, le cui menti vengono connesse da un ponte neuronale. Dopo aver perso il proprio fratello e co-pilota in un conflitto e aver lavorato alla costruzione di una muraglia di difesa, Raleigh Becket sembra essere l'ultima risorsa per sventare una vera apocalisse. (fonte mymovies)

Il mio commento:
Parlare di questo film non è affatto facile o, meglio, vorrei farlo in modo completo e significativo. In un certo senso è un atto dovuto, un personale riconoscimento alla pellicola di Del Toro. Per tale motivo, ho deciso di seguire un approccio leggermente differente rispetto agli altri commenti proposti in questo blog lasciando fluire considerazioni di vario genere, opinabili sia chiaro, tutte scatenate dalla visione di Pacific Rim

In primis: per quali film val la pena andare al cinema?
Questa, che può sembrare una domanda scontata, credo sia un quesito che chiunque sia andato a vedere l'ultima fatica di Del Toro non abbia potuto fare a meno di porsi. Poi le risposte possono essere state le più disparate ma la domanda, di fondo, rimane. Semmai la risposta può rappresentare una discriminante per contestualizzare, accettare o ripudiare un commento a suddetto film.
Personalmente credo che scegliere di andare al cinema per vedere opere quali le ben note commedie all'italiana sia un pessimo investimento, film che non fanno sfoggio di effetti speciali pachidermici e che possono essere fruite benissimo dal salotto di casa (a meno che non stiamo parlando di chicche quali L'Uomo Puma...).
Scegliere di recarsi al cinema per vedere film dall'alto contenuto artistico rappresenta invece un buon investimento in termini di tempo e pecunia da dedicare a produzioni che possiedono al loro interno elementi qualitativi degni di nota, da apprezzare in una sala che offre un ampio schermo, un impianto sonoro adeguato e tante poltrone occupate da familiari/fidanzate/fidanzati/amici/amiche gente con cui poi poter discutere e discorrere di quanto visto. Opere, insomma, che viste nel salotto di casa non garantirebbero il medesimo effetto.
Ci sono poi molte altre categorie di film che possono offrire l'occasione di andare al cinema o meno, a seconda dei gusti o delle compagnie: basti pensare agli horror o alle goliardate (i mercenari!!!).
Se la risposta fornita invece è "vado al cinema per vedere i film in treddì", invece, credo meritiate una visita specialistica da uno bravo.

Poi: la fantascienza in Italia.
Che la fantascienza non sia un genere facile da assimilare o che non sia per tutti, è un dato di fatto. Grazie a Dio siamo individui diversi l'uno dall'altro, con gusti e preferenze personali.
Però non mi pare che, come genere, sia poi tanto disprezzato dal mercato italiano, e globale in generale. Sarà merito delle nuove tecnologie, così dannatamente presenti nella vita di tutti i giorni, sarà per l'effetto di autori quali Asimov o di quella cosuccia chiamata "Matrix" che ha dato nuovi impulsi al cinema che tuttora respiriamo, sarà per via del proliferare di serie di successo che ammiccano alla sci-fi, sarà perché tra di noi si nascondono persone che hanno vissuto negli anni 70-80 e che hanno memoria di "altro" rispetto a quanto ci propinano oggigiorno in termini di media, sarà per tutti questi fattori ma fondamentalmente i prodotti di genere fantascientifico mi pare siano mediamente ben accolti dai mercati.
Di contro, noi in Italia non ne produciamo granché. Probabilmente un segno dello slancio ottimistico con cui la nostra giovane nazione guarda al futuro, alle potenzialità che la tecnologia o la creatività ci riserva, ai nuovi orizzonti che possiamo esplorare. Noi italiani siamo fatti di ben altra pasta, mi sa, ancorati al passato, poco lungimiranti e propensi a investire in qualcosa che ci spinga a fare di meglio. D'altra parte, istruzione e ricerca NON sono capisaldi della nostra economia, semmai rappresentano l'ultima voce di investimento su cui puntiamo. Eppure, malgrado ciò, ci sono pure degli stronzi che ci provano a proporre novità tecnologiche (vedi qui e qua, ma di esempi ce ne sarebbero molti altri) di tutto rispetto: bastardi! 
Ecco perché non "vien spontaneo" investire in fantascienza mentre le ignominose fiction per lobotomizzati, quasi sempre ambientate in idilliaci contesti "passati" rappresentano la Mecca della nostra grandiosa produzione filmica. 
D'altronde, visto che i film all'italiana NON incassano più milioni di milioni di euro in tutto il mondo (anzi...), perché provare con qualcosa di potenzialmente redditizio? Magari adesso potreste obbiettare che produzioni come "Benvenuti al Nord", l'anno scorso, in Italia, ha guadagnato quasi 30 milioni di euro battendo persino gli incassi di "The Avengers", che si è assestato poco sotto ai 20.

domenica 28 luglio 2013

..:: Sangue Ribelle ::..

Titolo: Sangue Ribelle
Autore: Alessio Banini
Editore: Plesio Editore
Genere: fantasy
Pagine: 212

La trama in breve:
“Sangue Ribelle" è ambientato in un mondo vessato da un Impero dominante, che ha imposto la sua cultura e la sua religione su ogni provincia. Il romanzo si snoda attorno a tre distinte ribellioni, le cui trame s’intrecciano fino a un comune epilogo.
Un capo tribù che cerca di portare in salvo la sua gente, un membro della nobiltà che lotta affinché la storia e le tradizioni delle sue terre non vengano cancellati, e, infine, un non-morto (o presunto tale), che si unisce alla causa della Regina degli Stracci, la signora di un esercito di ombre, intenzionata a muovere guerra all'Impero e a tutti i viventi.
La sorte comune di queste vicende, porterà alla luce una dura realtà. Una storia cruda, reale e ben orchestrata, che metterà a nudo i lati più oscuri della razza umana.  (fonte Plesio Editore)

Il mio commento:
Da dove cominciare? Innanzitutto dal motivo che mi ha portato ad acquistare il testo in questione, non tanto per personale conoscenza dell'autore o del ciclo di romanzi Daemon Inside di cui il romanzo è parte ma, principalmente, per approfittare di una succulenta offerta promozionale da parte dell'editore. Che conosco anche per via di collaborazioni e intervista con Terre di Confine.
Con questo non sto affermando che mai e poi mai avrei acquistato Sangue Ribelle, bensì che reputo efficace la strategia di rendere appetibili ai lettori anche e soprattutto sul piano economico i testi di autori esordienti, quelli su cui non è sempre facile investire e a cui non sempre vengono concessi ampi spazi. D'altro canto, in Italia abbiamo forse un esubero di autori che ambiscono alla pubblicazione rispetto a quelli (autori intendo) che leggono altri esordienti.
Ad ogni modo, la lettura del testo si è rivelata un'esperienza positiva e ben orchestrata dal punto di vista dell'alternanza delle trame principali che vengono sviluppate e infine fatte incrociare dall'autore. Di contro, tenere insieme le pagine del testo si è rivelata un'impresa complicata: spero però che la mia sia stata semplice sfortuna e non una cosa sistematica ma, fondamentalmente, la rilegatura non ha tenuto e mi son trovato, ecco, in difficoltà [1].
Ma ugualmente, stoicamente anzi, ho perseverato, addentrandomi ancor più nel romanzo. Le vicende proposte riguardano essenzialmente tre nuclei narrativi più un quarto di minor rilevanza: abbiamo Elifas, Aisha e la Regina degli Stracci; Naven e la sua tribù di antecessor; Steven Shillar e i suoi dilemmi nobiliari; e infine Kenneth, e i suoi Alligatori (si tratta di milizie, non di bestie tropicali).
Se dovessi attribuire una preferenza, direi che tra quelle proposte credo che la prima posizione spetti alle vicende di Naven: l'approfondimento dedicato alla tribù degli antecessor rispecchia in toto la passione e le competenze dell'autore, laureato in antropologia culturale, e credo rappresenti la parte del libro più costruita e organizzata, sulla quale si concentrano la maggior parte delle riflessioni e dei parallelismi verso le culture e la storia del nostro mondo.

martedì 16 luglio 2013

..:: Il senso della vita - Into the darkness - The Box ::..

Ovvero, mini recensioni di film visti di recente e di cui avrei voluto discorrere amabilmente.

Titolo: Il senso della vita
Regia: Terry Jones
Anno: 1983
Genere: comico
Cast: Graham Chapman, John Cleese, Michael Palin, Eric Idle, Terry Jones, Terry Gilliam, Carol Cleveland, Simon Jones
La trama in breve: link
Il mio commento: film che può benissimo esser visto a puntate essendo strutturato ad episodi, cosa questa che mi ha facilitato il compito di visionarlo. Non un film banale, sia chiaro, comico, irriverente, dissacrante, demenziale e satirico, ma questo non significa che sia affatto scontato o di facile e immediata fruizione. In fondo, siamo di fronte a sketch e proposte comiche offerte da quei geniacci dei Monty Python. Ecco quindi una serie di situazioni, spesso inverosimili e assurde, che ironizzano su vari aspetti della vita umana alla ricerca di un senso che, come da promesse dichiarate, dovrebbe venir svelato nell'arco della visione. Ma forse un significato vero e proprio non c'è, semmai si tratta di portare lo spettatore a mettere in discussione svariati aspetti della vita umana, in merito alle istituzioni, all'economia, alla religione ma anche a modi di essere e di fare (quando mai vi capiterà una cena a base di argomenti di discussione? O di poter scegliere come morire?). Personalmente l'ho apprezzato assai e mi son spesso anche divertito (tranne nella sequenza dell'abbuffata del signor Creosoto, davvero nauseabonda e spiazzante. Eppure, per certi versi, la civiltà occidentale è "così", se rapportata al resto del globo che, magari, vive in ristrettezza e povertà di mezzi), però non credo si tratti di un film alla portata di tutti, sia per l'elasticità mentale e la cultura media richiesta (non siamo dinnanzi alla comicità spicciola all'italiana) sia per gli argomenti toccati: passi per l'ilare presa per i fondelli delle situazioni militari, della scienza medica al servizio dei quattri, pardon, pazienti o dei finanzieri il cui palazzo viene abbordato da un palazzo "concorrente" sfuggito a una produzione di serie B, ma quelle che sconfinano in territorio di religione ed educazione potrebbero causare insofferenza ai palati più bigotti.
Trailer: link


Titolo: Star Trek - Into the darkness
Regia: J. J. Abrams
Anno: 2013
Genere: fantascienza, azione

domenica 14 luglio 2013

..:: Most wanted - secondo trimestre 2013 ::..

Nuovo appuntamento per la classifica delle query e delle ricerche che maggiormente hanno trascinato qui le più disparate categorie di cyber naviganti di tutto il mondo. Ormai, ed è un dato di fatto, questo blog ha varcato i confini dell'Italia e si offre all'intera popolazione del globo terrestre con i suoi articoli di pubblica e discutibile utilità. 
In fondo, è all'estero che noi italiani dobbiamo guardare. Lo dicevano pure al telegiornale, e non importa sapere quale, sono tutti autorevoli e qualitativamente parlando, al top. Lo dimostra il servizio sui film trash di ieri sera al TG1, con riferimenti (pescati dal web) a quella piccola perla che è Sharknado. Comunque, spesso e volentieri, parlando della crisi che continua a imperversare e contro la quale l'Italia ostenta il proprio immobilismo (ovvero, la famigerata Strategia del camaleonte comodamente sdraiato sul percorso quotidianamente battuto dagli elefanti: se sto immobile e mi confondo con l'ambiente circostante, pensa l'astuto animaletto, tutto passerà e io ne uscirò illeso), si sentono accorati messaggi di speranza sulla ricerca di occupazione e "futuro" all'estero. "Puntate alle nazioni del BRI e all'Arabia"...ma non c'era anche la Cina nel novero delle economie emergenti? E poi, visto che siamo vagamente filoamericani, perché nessuno osserva che nella direzione degli USA non ci sono molti moti migratori? Salvo quelli dei boss della 'ndrangheta.
In compenso, è stata inaugurata la nuova base USAna Ederle2 in quel di Vicenza e io mi sento più tranquillo. Diversamente, non so come prendere notizie come quella relativa al PROUD Car Test 2013 o ai numeri sciorinati da qualcuno in materia di cinema italiano, settore che ovviamente non produce alcun introito e su cui non val la pena di investire (pensa a pellicole come Avengers o Titanic...sia mai!).
Noi italiani preferiamo puntare al futuro in un altro modo, evidentemente. Investendo in tecnologia, ad esempio, ma solamente dal punto di vista dei consumi... e visto che oramai tutti avete tablet, smartphone e internet, beh, magari passate un po' più spesso a visitare codesto spazio, no? Ho bisogno di voi per mantenere alta la mia media di incassi AdSense grazie a cui, a breve - dove breve è un lasso di tempo misurato con un riferimento spazio temporale diverso da quello terrestre -, riuscirò a permettermi l'acquisto di una BatMobile. In promozione su una qualche televendita gestita da quel simpaticone di Giorgio Mastrota-tro-ta-tro-ta, come direbbero i Nanowar.
E ora, concluso questo strampalato preambolo, passiamo a discorrere di ricerche effettuate dai naviganti e scopriamo quelle più interessanti e curiose:

"Come truccarsi da homo sapiens": uhm, per carnevale o per qualche recita, intendi, oppure perché sei tipo un uomo di Cro-magnon recentemente risvegliatosi nel presente? O, peggio ancora, non è che sei un extra-terrestre?

mercoledì 10 luglio 2013

..:: Cyclops was right ::..

Ho da poco concluso la lettura di un po' di fumetti arretrati, tutti quei simpatici comics che mi attendevano con ansia da settimane. Un po' tengo vergogna dell'infamante media di evasione a cui mi son ridotto, con brandelli di fumetti consumati nei ritagli di tempo, di notte, in bagno (embè?)...e pensare che ai bei tempi della vita studentesca divoravo il materiale acquistato in fumetteria nell'arco di una settimana...
Ad ogni modo, come si può forse intuire dal titolo vagamente criptico, ho terminato la saga Avengers Vs X-Men. E ne approfitto un po' per esprimere alcune considerazioni (in realtà oggi pensavo di dedicarmi al Most Wanted aprile-giugno ma...).
Diciamo che, per certi versi, ho goduto e per altri aspetti ne son rimasto deluso.
I tanto pubblicizzati scontri tra super potenze marvelliane son stati condensati in poche vignette e malgrado ferite mortali non mi pare di aver conteggiato chissà quante perdite.
D'altro canto, ho goduto assai a causa del livello di potenza e determinazione raggiunto dai Cinque della Fenice, in special modo dal signor Scott Summers. Occhiatelo in tutta la sua fiammeggiante e cosmica possanza!

Inutile a dirsi che, come più e più volte visto, il peggior nemico di sempre si rivela essere uno dei buoni. E se consideriamo che già a suo tempo Ciclope ha dovuto dire addio alla propria amata per colpa della Fenice, capirete che non dev'esser stato facile, per lui gestire sta cosa mentre, al contempo, gli sceneggiatori hanno trovato il modo di riversare cinismo e ignominia sul leader massimo della razza mutante.
Personalmente, ho tifato per gli X-Men sin dall'inizio della saga. Un po' ho cercato di pormi anche dalla parte di Capitan America e soci ma non ho trovato molto sensato il loro atteggiamento repressivo e prevenuto. Caspita, con tutti i geni e maghi che hanno tra le loro file, possibile che nessuno di loro abbia avuto la malsana idea di viaggiare nel tempo o nelle dimensioni e controllare come sarebbe andata a finire? 
Ok, forse il rischio di trovarsi disoccupati era altissimo, e considerando la crisi che c'è in giro, hanno solo reagito per difendersi ma alla fin fine credo sia prevalentemente colpa degli Avengers se il buon Ciclope è giunto a fare quel che ha fatto.
Che poi, ed eccoci al motivo di tale post, mi son chiesto, ma l'umanità dove stava mentre accadeva il finimondo sul pianeta Terra e un solo uomo raggiungeva il livello DIO menando a destra e a manca chiunque gli si parasse davanti. Hulk, Thor, Iron Man...via tutti che Scotty spacca!
Ricapitolando lo scenario descritto nei sei numeri della saga, abbiamo che i cinque della Fenice (uhm...come i Cinque della Mano di Dio di Berserk!) capeggiati da Ciclope hanno fatto fiorire i deserti, curato malattie, sistemato cosucce come la faglia di Sant'Andreas e la fame nel mondo, estinto la guerra da ogni nazione, sconfitto qualche cattivone (quel simpaticone di Sinistro) e via dicendo. Ok, hanno compiuto anche qualche gesto un tantino altezzoso, vedasi la peccaminosa Emma Frost che si è messa a giustiziare un po' di criminali (uhm...qualcosa mi ricorda il Justice di New Universal) oppure Colosso che apre in due gli oceani solo per cenare in un posto speciale con Kitty Pryde ma, fondamentalmente, hanno reso il pianeta Terra un luogo migliore.