sabato 22 novembre 2014

X-Men: Giorni di un futuro passato

Titolo: X-Men: Giorni di un futuro passato
Regia: Bryan Singer
Anno: 2014
Genere: azione, supereroi
Cast: Hugh Jackman, James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Halle Berry, Nicholas Hoult, Ellen Page, Peter Dinklage, Shawn Ashmore, Omar Sy, Evan Peters, Daniel Cudmore, Fan Bingbing, Adan Canto, BooBoo Stewart, Ian McKellen, Patrick Stewart, Josh Helman, Evan Jonigkeit, Lucas Till 

Il mio commento:
Non è mai facile realizzare una pellicola cinematografica ispirandosi a un fumetto oppure a un romanzo. Ancora meno facile è farlo rispettando le scelte narrative o la trama o la caratterizzazione dei personaggi. E, ancora di più, garantire a coloro che già hanno letto suddetto romanzo o fumetto un'esperienza visiva priva di traumi.
Analogamente, non è banale gestire storie che trattano di viaggi nel tempo e modifiche al continuum spazio temporale. Si rischia di incorrere in incongruenze o di dover ricorrere a forzature per garantire equilibrio e coerenza alla narrazione.
Per concludere, anche garantire coerenza e senso alla trama di un film non è un affare scontato, colpa del montaggio, colpa di vicissitudini legate a mere questioni di produzione e accordi commerciali, colpa di scneggiatori ubriachi o quel che volete....fatto sta che non è garantito mai nulla.
Ordunque, con queste premesse e dopo la visione di  X-Men: Giorni di un futuro passato posso affermare senza ombra di dubbio che l'opera di Bryan Singer, sceneggiata da Simon Kinberg, è una discreta cagata.
Possibile che ogni volta che finisco di guardare un film sui miei cari e adorati X-Men l'unica sensazione con la quale mi trovo a convivere è un irrefrenabile impulso alla jihad???
Ma andiamo con ordine.
"Ascoltami Logan, io non ho il potere
di spedire la tua mente indietro nel tempo"
"Lo so, piccola"
"Però loro non ci credono..."
"Vecchi rimbambiti..."
"Per cui, questo è il piano. Io tengo i led
accesi nei palmi delle mani e tu fai finta
di sognare e di salvarci tutti"
"Affare fatto!"
Partiamo dalla trama del fumetto di Chris Claremont e John Byrne:

Nel 2013, poche ore prima che le Sentinelle si spostino dal nord America invadendo e prendendo il controllo del resto del mondo e che le altre potenze sferrino un attacco nucleare, Kitty Pryde s'incontra con Wolverine, fra le rovine di uno dei tanti edifici di New York City, che le consegna l'ultimo componente di un macchinario in grado di annullare l'effetto inibitore dei collari che lei e gli ultimi X-Men rimasti in vita sono costretti ad indossare dopo che le Sentinelle hanno preso il controllo degli Stati Uniti e rinchiuso i mutanti superstiti ai loro massacri in campi di concentramento. All'interno di uno di essi si riunisce col marito Colosso ed i compagni Tempesta, Franklin, Magneto e Rachel e dà loro il suo addio prima di affidarsi nelle mani di quest'ultima che spedisce la sua mente indietro nel tempo scambiandola con quella della sua controparte adolescente nel 1980. Kate si risveglia quindi nel presente dove avverte gli X-Men Tempesta, Angelo, Nightcrawler, Colosso e Wolverine del pericolo che corre il candidato alla presidenza Robert Kelly la cui morte per mano della Confraternita dei mutanti scatenerà l'isteria contro l'Homo superior; benché titubanti, gli altri accettano di portarla a Washington D.C. dove Xavier e Moira MacTaggert sono presenti alla discussione sul problema dei mutanti che Kelly tiene al senato (da wikipedia).
E si conclude con il ritorno di Kitty Pryde nel futuro dove, assieme agli altri, si domanda se il salvataggio del senatore Kelly abbia davvero determinato un cambiamento.
Per cui, ecco, pare che la linea temporale in cui si svolgono gli eventi sia compromessa ma che forse si siano gettati i presupposti per un futuro più radioso quanto meno per un'altra dimensione.

Fanservice per il pubblico femminile
o imprescindibile necessità di trama?
Veniamo invece alla trama partorita dai dementi scelti e profumatamente pagati per realizzare il film:
Nel 2023, robot senzienti conosciuti come sentinelle stanno sterminando i mutanti e gli esseri umani che possono generarli o che sono intervenuti in loro favore (le scene iniziali lasciano intravedere un futuro distopico in cui sono ormai calpestati tutti i diritti umani). A Mosca un piccolo gruppo di X-Men (tra cui Bobby Drake / Uomo Ghiaccio, Piotr "Peter" Rasputin / Colosso, Lucas Bishop / Alfiere, James Proudstar / Warpath, Roberto Da Costa/ Sunspot, Clarice Ferguson / Blink e Kitty Pryde) riesce a eludere le sentinelle grazie ai poteri di Kitty Pryde, che ha la capacità di proiettare la coscienza di una persona indietro nel tempo: utilizzando questo potere, la ragazza manda la coscienza di Alfiere indietro nel tempo per informare il proprio gruppo sui pericoli imminenti, così da poter scappare prima ancora che i problemi insorgano.

domenica 16 novembre 2014

Interstellar

Titolo: Interstellar
Regia: Christopher Nolan
Anno: 2014
Genere: sci-fi
Cast: Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Michael Caine, John Lithgow,  Ellen Burstyn, Casey Affleck, Wes Bentley, Mackenzie Foy, David Oyelowo, Matt Damon, Topher Grace

La storia in breve:
Un piaga sta uccidendo i raccolti della Terra, da diversi decenni l'umanità è in crisi da cibo e quasi tutti sono diventati agricoltori per supplire a queste esigenze. La scienza è ormai dimenticata e anche ai bambini viene insegnato che l'uomo non è mai andato sulla Luna, si trattava solo di propaganda. L'ex astronauta Cooper, mai andato nello spazio e costretto a diventare agricoltore, scopre grazie all'intuito della figlia che la NASA è ancora attiva in gran segreto, che il pianeta Terra non si salverà, che è comparso un warmhole vicino Saturno in grado di condurli in altre galassie e che qualcuno deve andare lì a cercare l'esito di tre diverse missioni partite anni fa. Forse una di quelle tre ha scoperto un pianeta buono per trasferire la razza umana e in quel caso è già pronto un piano di evacuazione. Andare e tornare è l'unica maniera che Cooper ha di dare un futuro ai propri figli. (fonte mymovies)

Ma non potete giocare ai videogames
come tutti gli altri? Ecco qua,
ho riparato il tuo giochino...
Il mio commento (ATTENZIONE agli spoiler!!!):
Ho visto questo film assieme a Silvia sabato scorso, non ieri, l'altro sabato; solo che, tra un impegno e l'altro, soprattutto monitorare la mia libreria, ho rinviato la scrittura di un commento fino a quest'oggi. 
Orbene, di Interstellar se ne parlava già da mesi, con discrete aspettative e, per quanto mi riguarda, non sono uscito deluso dalla sala del cinecity. 
Con questo non significa che sia un'opera perfetta ma che, per impostazione, tono e impegno in termini di realizzazione, si configura come un film significativo. Intenso, per certi aspetti; serio e rigoroso, quanto meno negli intenti, nella resa di dinamiche aerospaziali, di ambientazioni e di soluzioni tecniche. Con somma sorpresa ho rivisto anche il caro John Lithgow e Jessica Chastain (vista su The Tree of Life) mentre la presenza di Matt Damon l'ho trovata poco calzante. Soprattutto perché veste i panni del carismatico scienziato che ha convinto altri a partire per l'ignoto. 
Lui? °__° Sarà...
Inutile dire che Nolan ha confezionato un prodotto impegnativo, che richiede pazienza e attenzione da parte dello spettatore, nel quale si intrecciano storie e personaggi che agiscono su linee temporali differenti e che, indubbiamente, non possiede un ritmo scanzonato e fracassone come molte altre pellicole (vedasi anche gli ultimi Star Trek di J.J.Abrams). 

domenica 9 novembre 2014

Adesso Cinema! (O almeno proviamoci...)

Ehi, guardatemi, sono Godzilla!
Inizialmente avevo per la testa Interstellar visto ieri sera al cinema con Silvia. Stavo iniziando a impostare mentalmente il commento da postare sul blog ma stamattina, durante la colazione, qualcosa è andato storto e ho deciso di cianciare di ben altro argomento.
Fondamentalmente è accaduto che ho acceso la tv e l'ho guardata.
Per 10 minuti, 15 al massimo.
Andava in onda Adesso cinema!, su Iris (Mediaset), trasmissione che tratta di cinema. 
Tempo che mi sintonizzavo e vanno in onda una rapida carrellata di novità in uscita (film francesi, film italiani...), uno sguardo a Interstellar e poi un servizio sul Giappone, con Marta Perego.
Argomento? Il Tokyo Film Festival.
O, per lo meno, quello che ho dedotto.
Ma prima di approdare al sodo, lo staff propone allo spettatore una doverosa introduzione, qualcosa che dopo pochi nanosecondi si rivela niente più che uno sfoggio di erudita preparazione tesa a dimostrare l'ottima padronanza dell'argomento. Lo spettatore, il tipico ignorante troglodita che da poco ha scoperto di avere un pollice opponibile, si è visto quindi spiegata com'è Tokyo (grande, piena di giapponesi, con palazzoni alti ...) e quali film ivi si producano o quali film l'hanno vista come ambientazione.
Scorrono le prime immagini e il cucchiaino con lo yogurt si ferma a mezz'aria.
Thermae Romae, film
giapponese recente, magari
poco noto ma di
discreto successo
Una vocina fuori campo con tono scanzonato accompagna la sequenza e spiega. Più o meno il messaggio indirizzato al volgo suona come: "Guardate, nei film ambientati a Tokyo per lo più ci stanno i mostroni giganti, pachidermi che distruggono tutto. Ahah, che insulsi. Ma che robe c'hanno nel Paese del Sol Levante? Che se magnano?"
Intanto scorrono le immagini di Pacific Rim....
WTF, Pacific Rim?
Ma se il film di Guillermo Del Toro è per lo più ambientato a Hong Kong!!!! Quel poco che si vede del Giappone è un ammasso di devastazione e macerie...
Un istante dopo le immagini sullo schermo lasciano il posto a Godzilla. 
E vabbè, qua posso anche far finta di niente visto che il ben noto kaiju è un marchio di fabbrica nipponico...però le immagini che scorrono riguardano San Francisco!!!
Quindi rapido passaggio umoristico su Austin Powers in Goldmember, relativamente a questo sketch...uhm...siamo sicuri che il personaggio ideato e impersonato da Mike Myers (e che adoro) fosse quanto di più idoneo per parlare di Tokyo? In senso buono, intendo, non per sfottere.  
Sono ancora disorientato e perplesso quando l'argomento cambia. Adesso si parla di guida, con scene tratte da Fast and Furious: Tokyo Drift e di Resident Evil, ma non ho ben compreso il motivo di tale parallelo...evidentemente, essendoci dei motori sullo schermo serviva compensare con qualche gnocca. Per cui vai con Milla Jovovich, che tutto sommato è alle prese con un film tratto da un videogame di produzione nipponica.

sabato 8 novembre 2014

L'ultimo Khama

Titolo: L'ultimo Khama
Autore: Stefano Andrea Noventa
Editore: Plesio Editore
Genere: fantasy
Pagine: 206
ISBN: 9788898585007

La trama in breve:
Le sorti dell’esistenza vacillano. I confini della realtà si sgretolano. Sulle spalle di Miya il fardello di condurre il rituale che conferirebbe stabilità al mondo. Tra dubbi e tradimenti, fuggendo all’ira di colui che un tempo ha amato e accompagnata da una sorella forse burattino in mano ad altri esseri, la giovane dovrà riuscire a sigillare quello che viene profetizzato come il Khama definitivo. Nella speranza che i suoi dèi non siano macchine di un tempo antico. (dal sito dell'editore)

Il mio commento:
L'ultimo Khama non è affatto un testo semplice, né da leggere né da commentare. Dando un'occhiata alle varie recensioni presenti nel web, in effetti, i commenti sono tra i più disparati ma per lo più confermano la bontà di questo testo.
Già dalla copertina, a mio avviso, ci sono le prime avvisaglie: il libro che teniamo tra le mani è complesso tanto quanto lo è il groviglio di tentacoli e metallo che incorniciano la figura ritratta. La stessa presenza di una testa fa nascere il sospetto che la componente filosofica-razionale la farà da padrone, sebbene il libro sia inserito nella collana fantasy.
Non che questi elementi rappresentino un limite o un difetto, sia chiaro; semmai sono una sorta di biglietto da visita che, unitamente alla trama proposta, non lasciano spazio a dubbi sul fatto che non siamo di fronte a un testo banale. 
Lo dico per far chiarezza, visto che alcune recensioni in rete sono espresse da persone che probabilmente si aspettavano qualcosa di differente, magari più easy. Anche se, in effetti, solamente dopo aver iniziato la lettura ci si rende effettivamente conto del mondo in cui si è stati catapultati.
Quello descritto da S.A.Noventa, è un contesto che ammicca alla fantascienza e al fantasy al contempo, con echi di epicità e contaminazioni tecnologiche che, per qualche motivo, mi hanno fatto pensare di essere al cospetto di un anime. Anche se, presumo, l'effetto che si voleva ottenere era quello di essere all'interno di un contesto da GdR. 

domenica 2 novembre 2014

Ipermercati (manuale per tutti)

Questo post riguarda una nuova uscita targata YouCanPrint.
In realtà non si tratta di una vera e propria novità ma di una ri-edizione di "Ipermercati (for dummies)" con alcune rivisitazioni.
In primis sono stati corrette alcune imprecisioni contenute nel testo, errori e sviste ortografiche.
In secondo luogo, sono state cambiati copertina e titolo: non più giallo e non più "for dummies".
Il pretesto per tutto ciò, voglio esser sincero seppure la questione risulti un po' infamante e imbarazzante, è scaturito da una mail, ricevuta ancora a inizio settembre da parte della casa editrice Wiley.
Nella mail, rivolta a YouCanPrint e quindi giunta a me, veniva segnalato l'uso improprio di alcuni elementi soggetti a copyright. In particolare l'uso della parola "for dummies" su copertina gialla con banda nera.
Fortunatamente l'editore statunitense ha lasciato aperta la possibilità di risolvere la questione in modo amichevole per cui, con YouCanPrint, si è lavorato per aggiustare il tiro e correre ai ripari.
Per cui ecco spiegato il motivo del cambiamento di titolo e copertina del testo auto-pubblicato nel 2011.
Sinceramente son rimasto un po' perplesso dalla cosa in quanto credevo che il via libera a pubblicare con quel titolo e con quella copertina (nel 2011...) fosse stato già oggetto di controlli da YouCanPrint o da qualche ente, soprattutto perché il testo è pure contraddistinto da un codice ISBN e da qualche parte è stato registrato e venduto. 
Invece mi sbagliavo.
Per quanto riguarda la scelta di usare l'espressione "for dummies" e quei colori, a mio avviso voleva essere essenzialmente un gioco, un modo scherzoso per far comprendere il tono ironico di questa sorta di manuale di sopravvivenza. L'adozione di uno sfondo stellato per la banda nera e di scrivere quel "for dummies" tra parentesi speravo fossero sufficienti a differenziare un poco questo libro da quelli proposte nelle collane editoriali targate Wiley ma, in effetti, erano innegabili certe somiglianze.
Ad ogni modo, la precedente edizione di "Ipermercati (for dummies)" (quella del 2011) non è più disponibile ma, grazie alla pronta collaborazione di YouCanPrint, da pochi giorni è disponibile "Ipermercati (manuale per tutti)"
Mi scuso ancora con la Wiley per lo spiacevole incidente verificatosi e al contempo lancio il consiglio ai vari colleghi (aspiranti) scrittori di prestare attenzione alla scelta di elementi quali titolo e immagine/colori della copertina: in quest'era in cui il self publishing è ormai ordinaria amministrazione, è bene essere accorti in quanto, temo, vi sono dei controlli e delle responsabilità in più che semplicemente saltano ricadendo sulle spalle degli autori. 
Nel mio caso sono stato fortunato che la Wiley si è dimostrata comprensiva, ma non è detto che vada a finire sempre così. 
Ora, non so bene che figura faccio con un post del genere (un mix tra babbeo e tipico disonesto italiano, presumo), però ho preferito raccontare la verità. 
Avrei semplicemente potuto raccontare che si trattava di una manovra commerciale per rinnovare il prodotto, per italianizzarlo maggiormente, per.... In realtà è successo che ho commesso degli errori (con cognizione di causa, dirà qualcuno) e semplicemente si è provveduto a correggere. Tutto qua. 


sabato 1 novembre 2014

Gantz

Before the world
was created,
the Word already existed.
The Word was
the source of life,
and this life brought light
to mankind.
The light shines
in the darkness,
and the darkness
has never put it out.
(dal Vangelo di Giovanni)

Questo breve passaggio in inglese ricorre nelle copertine anticipando il tono epico e sovrannaturale di Gantz, seinen manga di Hiroya Oku, 383 capitoli raccolti in 37 volumetti pubblicati dal 2000 al 2013 nella rivista Weekly Young Jump.

Prodotta in un così lungo arco di tempo, la storia offre innumerevoli cambiamenti in termini di trama e personaggi, lasciandosi molto spesso influenzare dalla produzione cinematografica hollywoodiana a cui Oku stesso conferma di essersi ispirato. L’opera si può suddividere in tre macro blocchi narrativi denominati ‘fasi’ (phases), ciascuno dei quali caratterizzato da dinamiche proprie, esplicitate dalle differenti scelte cromatiche nelle sovra copertine (anche se la modalità non rispetta in toto le diverse phases). I titoli dei cicli sono: ‘Missions’, capitoli dall’1 al 237 (volume 20); ‘Katastrophe’, dal 238 al 303 (volume 30); ‘Invasion’, dal 304 al 383.

Phase 1: Missions
L’inizio della storia segue quanto accade a Kei Kurono e Masaru Kato, due liceali amici di infanzia che trovano la morte sulle rotaie della metropolitana, travolti nel tentativo di soccorrere un ubriacone caduto sui binari. Anziché finire nell’aldilà, i due si ritrovano in una stanza di un comune appartamento di Tokyo, assieme a degli sconosciuti, ai quali poco dopo si aggiunge una ragazza di nome Kei Kishimoto, che viene materializzata completamente nuda sotto gli occhi dei presenti. Nella stanza, da cui non c’è modo di uscire, è presente anche una grossa e misteriosa sfera nera che in seguito verrà definita ‘Gantz’; al cui interno siede un essere umano in stato vegetativo. Accompagnata da un vivace sottofondo musicale, una scritta compare sulla superficie della sfera: “Le vostre vecchie vite sono finite. Ora spetta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite. E questo è quanto”.

I presenti vengono quindi equipaggiati con armi e tute futuristiche, vagamente istruiti su ciò che dovranno fare e teletrasportati per le strade di un quartiere di Tokyo con l’obbiettivo di cacciare un misterioso alieno antropomorfo. La squadra scoprirà di avere un perimetro limite entro cui agire (oltrepassare il quale causerebbe la detonazione di una bomba inserita nella loro testa) e un tempo massimo da rispettare per completare la missione.

Terminata la caccia – risoltasi in un massacro – i superstiti vengono materializzati ancora al cospetto della sfera nera, per vedersi assegnare un punteggio e poi venire liberati. Periodicamente e senza preavviso la sfera preleverà i sopravvissuti e selezionerà nuovi ‘gantzer’, richiamandoli nella medesima stanza per formare altre squadre da inviare contro creature via via più forti e pericolose. Mentre il gruppo, regolarmente trucidato dalle ‘prede’, cambia composizione a velocità sorprendente, i superstiti apprendono come usare al meglio l’equipaggiamento, e scoprono che ognuno di loro, al raggiungimento dei propri 100 punti, potrà scegliere un beneficio tra: ricevere un’arma o un veicolo più potente, resuscitare una delle persone ‘archiviate’ nel database di Gantz, ottenere la libertà per sé stessi.