mercoledì 27 aprile 2016

La fine del mondo

Titolo: La fine del mondo
Regia: Edgar Wright
Anno: 2013
Genere: commedia, sci-fi
Cast: Simon Pegg, Nick Frost, Paddy Considine, Martin Freeman, Eddie Marsan, Rosamund Pike, Julian Seager, Paul Kennington, Mark Fox

La trama in breve:
Gary King ha toccato l'apice della sua esistenza nel 1990 quando con i suoi amici ha tentato di battere in una sola notte i pub di Newton Heaven in un tripudio di aneddoti e ubriacatura, finito senza aver completato il giro (l'ultimo pub, mai raggiunto, si chiama The World's End) ma comunque in gioia. Vent'anni dopo Gary è un adulto irrisolto, che vive nel passato, fuori da ogni regolarità o da ogni canone di "inserimento nella società" e raccontando la sua esperienza in un gruppo di autoaiuto capisce di doverlo rifare, ritrovare il vecchio gruppo di amici, rimetterli insieme e questa volta battere davvero tutti i pub in una notte. Quello che succederà nel tentare di farlo metterà il gruppo di 5 amici a confronto con una realtà imprevedibile, un incredibile rivoltamento di tutto ciò che sapevano in grado di lasciar emergere il loro vero spirito.

Il mio commento:
Finalmente son riuscito a completare la famigerata trilogia del cornetto :-)
Ossia il trittico composto da L'alba dei morti dementi, Hot Fuzz e questo La fine del mondo, film girati da Edgar Wright, scritti da Simon Pegg e Wright, e interpretati da Pegg e Nick Frost.
Come per i precedenti, il ritmo e la demenzialità si avvertono poderosi, questa volta con un richiamo alla fantascienza dopo le atmosfere da horror e poliziesco dei precedenti.
Un film, questo, molto dinamico e dal ritmo vivace, che gioca con richiami dei tempi spensierati della gioventù, con dinamiche legate alla crescita e al cambiamento, per concludere con un cospirazione aliena per l'evoluzione della terra. Ma i supervisori extra-terrestri non hanno fatto i conti con Gary King e la sua sacrosanta missione, ossia completare il miglio dorato, 12 pub e altrettante pinte di birra. 
Altro che il sacro graal di Indiana Junior Jones :-)
Ovviamente non mancano le idiozie, le battute, i personaggi strampalati e fuori tempo, su tutti appunto Gary King, fuggito da chissà quale centro di recupero e personificazione di una sorta di rifiuto alla crescita e al senso di responsabilità.
L'evoluzione della storia procede in un crescendo di non sense, passando da quella che poteva sembrare una scanzonata rimpatriata per raggiungere il climax con la fine, letteralmente, del mondo che conosciamo. In fondo, perché negare all'umanità di evolversi da sola e rifiutare le imposizioni esterne che cercando di portare il nostro pianeta a un altro livello di civiltà?

domenica 24 aprile 2016

L'eredità di Expo 2015 (Nutrire il pianeta, energia per la vita)


Tra pochi giorni, un anno fa, si apriva l'Expo, l'Esposizione Universale tenutasi a Milano da maggio a ottobre 2015 che tanto ha fatto discutere e su cui tanto l'Italia ha puntato per cercare di rilanciare consumi e flussi turistici. 

Sull'esito della fiera, dal punto di vista economico e di presenze, pare che non sia andata proprio male anche se non è stato esattamente il risultato sperato, con un impatto sul PIL e con un indotto inferiore alle aspettative. Considerando che a momenti manco si riusciva a realizzarlo e si rischiava una figuraccia globale (per ricordare l'efficienza italiana pensiamo alla Salerno Reggio Calabria o alle piscine per Roma 2009 finite nel 2012...), direi che tutto sommato ci è andata bene e, almeno internamente, ci siamo venduti bene questa esperienza. Anche perchè, per lo più, credo che i visitatori siano stati per lo più italiani. 
Ma l'Expo si prefigurava anche come l'occasione per trattare e, magari, risolvere tematiche importanti. In fondo, lo slogan era appunto "nutrire il pianeta, energia per la vita".
C'è da chiedersi quindi, a distanza di un anno, quale sia stata la vera eredità di questa fiera.
Ad esempio, importanti decisioni in materia di utilizzo di conservanti e additivi nei cibi?
Riflessioni sulle modalità con cui vengono allevati gli animali? Magari in relazione alle loro condizioni di vita e trasporto o alla loro alimentazione o ai medicinali impiegati per favorirne la crescita?
Magari si è parlato dell'inquinamento collegato al cibo, della deforestazione, della contaminazione dei campi?
Oppure della sostenibilità dell'allevamento intensivo in termini di consumi di acqua e risorse?
Che dire del recupero e della diffusione di verdure autoctone o più genuine, con maggior contenuto in vitamine?
Ma mi viene in mente anche qualche discorso sull'uso degli zuccheri nell'alimentazione, sull'introduzione di nuove pietanze a base di insetti, sugli sprechi e la disparità nell'accesso al cibo...
Tante tematiche, tanti aspetti che mi auguro siano stati affrontati e sviscerati (una certezza se consideriamo che tra i principali sponsor dell'evento c'erano CocaCola e McDonald...) ma, fondamentalmente, non li sento come eredità dell'Expo. Al più, ci resta l'Albero della vita e un territorio da risistemare...
Poi, finalmente, ieri, grazie alla tv, ho avuto la risposta ai miei quesiti. 
IL risultato finale, IL prodotto finale, LA più grande eredità che l'esposizione universale dell'anno scorso ci ha lasciato esiste!
E non sono vuote parole, vani propositi, bensì qualcosa di concreto!
Sì.... una merendina °_°



Non posso che rabbrividire, scosso dalla potenza di tale notizia.
E non posso fare a meno di pensare che questo sia solo l'inizio e che, probabilmente, tale processo di ulteriore intortamento delle folle era già in atto con la CocaCola con l'etichetta verde.
Difficile confidare che, in un prossimo futuro, un po' di sana educazione all'alimentazione venga inculcata alle folle. E pensare che qualche anno fa, in Cina, nei televisorini montati sugli scassatissimi taxi di Qingdao andavano in onda spot sull'alimentazione e sulle buone abitudini, tipo fare movimento, evitare il fritto, mangiare tanta frutta e verdura...sono proprio degli incivili in quella parte di mondo...

sabato 23 aprile 2016

Il guardiano dell'inferno. Plutone: salvatore o distruttore degli inferi? - Vol. 1

Ne approfitto per un post promozionale dedicato al libro "Il guardiano dell'inferno. Plutone: salvatore o distruttore degli inferi?. Vol. 1" di Marco Cazzella.
Non conosco Marco di persona ma solo tramite contatto e scambi avuti via mail visto che, negli anni, ci siamo scritti più volte. Fondamentalmente ci siamo conosciuti su quello che era Fantasy Story, un progetto web dedicato al fantasy, al fantastico e alla fantascienza in cui gli utenti potevano condividere, via mail e tramite l'omonimo sito, i propri testi e ricevere commenti e critiche. Una sorta di palestra a cui hanno partecipato svariati aspiranti scrittori tra cui, appunto, anche Marco, ragazzo di Lecce, classe '81, con una fervida immaginazione e una grande passione per videogiochi ma affetto da alcuni problemi alla vista che ne condizionano fortemente il quotidiano (e anche il carattere, oserei dire). 
Negli anni, Marco ha comunque cercato di coltivare la propria passione per la scrittura e tentato di arrivare alla pubblicazione dei propri scritti, anche tramite collaborazioni e iniziative nate appunto attraverso Fntasy Story. 
Recentemente ha scelto di pubblicare un proprio testo mediante l'editore Kimerik, una scelta che aveva condiviso con alcune persone chiedendo consiglio. Per quanto mi riguarda ero tra coloro che avrebbe preferito tentasse altre strade, ovvero non pubblicasse con un editore a pagamento, ma lui ha preferito così. Per cui, al di là della considerazione verso questa specifica categoria di editori, ci tenevo a sostenere questo progetto letterario che Marco ha scelto di avviare, per cui eccovi alcuni riferimenti per coloro che fossero interessati a dargli una possibilità.



ISBN: 978-88-6884-556-8
Prezzo: € 16,80
Categoria: Fantasy
Anno: 2016
Pagine: 396
Editore: Kimerik
Autore: Marco Cazzella

In sintesi:
Il Guardiano dell’Inferno. Volume I - Plutone: salvatore o distruttore degli Inferi? è il primo episodio della nuova saga fantasy di Marco Cazzella. Kilian è alla ricerca delle proprie origini e del proprio passato. Al mezzo-demone e ai suoi poteri è affidato il compito di ricostruire le città distrutte. Tra apparizioni magiche, attacchi psichici e paesaggi invisibili agli occhi dei comuni mortali, la lotta tra il Bene e il Male procede senza sosta fino allo scontro finale. 
L’Autore attraverso il protagonista ci conduce in un viaggio molto particolare, il cui obiettivo è rintracciare i genitori affrontando battaglie epiche, superando prove fisiche, psicologiche e morali. 

A questo indirizzo potete trovare riferimenti al libro (che dovrebbe essere disponibile anche in formato ebook e ordinabile tramite Ibs, Amazon e i principali store web) e una recente intervista all'autore.


 

giovedì 7 aprile 2016

Man of Steel - L'uomo d'acciaio

Titolo: Man of Steel - L'uomo d'acciaio
Regia: Zack Snyder
Anno: 2013
Genere: supereroi, azione
Cast: Henry Cavill, Amy Adams, Michael Shannon, Kevin Costner, Diane Lane, Laurence Fishburne, Antje Traue, Ayelet Zurer, Russell Crowe, Christopher Meloni


La storia in breve:
Il pianeta Krypton, esaurite le risorse naturali, è condannato a implodere. A pochi giorni dalla fine e nei giorni del colpo di stato del generale Zod, nasce un bambino destinato a cambiare la vita di un pianeta più giovane e lontano. Figlio di Jor-El, scienziato e luminare di Krypton, Kal viene imbarcato su una navicella e lanciato nello spazio con il codice genetico del suo popolo. Atterrato in Kansas e sopravvissuto ai genitori, Kal viene recuperato dai coniugi Kent, che lo educano con amore e senso etico. Molto presto però la natura aliena e formidabile di Clark, il suo nome terreno, prende il sopravvento emarginandolo dal mondo. Diventato uomo dentro al corpo di un dio, lascia la casa paterna in cerca delle proprie origini. Il ritrovamento di una nave spaziale, precipitata sulla terra milioni di anni prima, è la risposta alle domande disattese di Clark, a cui l'ologramma del padre biologico rivela identità e genesi... (fonte mymovies)


Il mio commento:
Mentre il mondo si è appena ripreso dal discutibile Batman vs Superman- che non ho visto - complice un frizzante weekend all'insegna della reperibilità lavorativa, mi son recuperato Man of Steel - L'uomo d'acciaio, film ignorante e fracassone dedicato al personaggio di Superman.
Fondamentalmente ritengo il supereroe kryptoniano una creatura difficile da gestire, un tizio ingombrante e spropositato, non facile da attualizzare e trattare in un lungometraggio. Soprattutto se l'intento è quello di contestualizzarlo in un film simil realistico che cerca di caratterizzare il personaggio, di conferirgli spessore.
A mio modo di vedere, con codesto essere superiore, si potrebbe far di tutto e di più: proporre un cattivone di quelli che manco Zeus nei giorni migliori riuscirebbe ad abbattere; scherzare con lui in una nottata simil Una notte da Leoni all'insegna della devastazione cosmica; fargli prendere l'alzheimer e lasciarlo vagare per i continenti senza aver piena consapevolezza di sé; farlo arrivare sì, sulla Terra, ma in un periodo storico differente da quello attuale, magari tra gli australopitechi... e via dicendo.
Ne si deduce che io guardi a lui con un misto di aspettativa e morbosa attrazione, al contempo commiserandolo per la sua condizione di ultimo della specie e per la sua condanna a vestire una calzamaglia ignobile, Una punizione che forse si merita per la manifesta ignoranza compiuta nel non aver concepito un costume munito di maschera, che gli avrebbe permesso un'esistenza senza quell'infame menzogna che lo vede diventare un giornalista solamente indossando gli occhiali.
Comunque sia, tornando al film di Snyder, l'ho trovato mediamente piacevole, seppur con vistose oscillazioni tra scene di inaudita potenza visiva e sequenze di terrificante imbarazzo. 
L'altra volta il diluvio universale, questa volta
l'esplosione del pianeta...certo che c'ho un po' di sfiga...
Mi riferisco, per le prime, all'ultima parte del film mentre, per quelle discutibili, alle molte cazzate disseminate qua e là, al ruolo di Kevin Costner, padre adottivo del piccolo Kal-el, che cerca di dissuaderlo dal compiere azioni giuste e meritevoli in un mondo in cui basta molto meno per divenire ricchi e famosi e circondarsi di fregna. Un po' come fa pure Laurence "Morpheus" Fishburne, direttore del Daily Planet che, in un mondo che schifa i giornali in favore del web, rifiuta uno scoop di quelli biblici solo per evitare un potenziale trauma al mondo, a quello stesso mondo che paga fior di quattrini per andare a vedere film degli Avengers (ora che ci penso, che ci siano i fumetti nel mondo dei fumetti???). 

domenica 3 aprile 2016

The Shannara Chronicles

Titolo: The Shannara Chronicles
Episodi: 10
Anno: 2016
Genere: fantasy

La trama in breve:
Ambientata centinaia di anni dopo le Grandi Guerre che hanno portato alla distruzione della vecchia civiltà, la serie segue le avventure della principessa elfa Amberle Elessedil, nipote del re Eventine Elessedil, del giovane mezzelfo Wil Ohmsford nipote di Flick, figlio di Shea Ohmsford e discendente del primo re Shannara, e della nomade Eretria, "figlia" acquisita di Cephalo, un importante capoclan dei Nomadi; i tre inviati da Allanon, ultimo druido di Paranor, si imbarcano in un viaggio per salvare l'Eterea (nome originale Ellcrys), antico albero nato dalla magia che ha la funzione di mantenere in vita il Divieto, regno creato anch'esso dalla magia dove ogni creatura malvagia è imprigionata, e proteggere le Quattro Terre dall'esercito demoniaco.  (fonte wikipedia)


Il mio commento:
Dei libri di Terry Brooks qualcosa, negli anni, ho avuto modo di leggere: la trilogia del Verbo e del Vuoto, la trilogia della Genesi di Shannara, la Canzone di Shannara, il Viaggio della Jerle Shannara.
Non ho letto quindi il romanzo Le pietre magiche di Shannara da cui questa serie è tratta ma, fondamentalmente, una minima idea dell'ambientazione e di come scrive Terry Brooks ce l'ho.
Per cui, quando a suo tempo scoprii che era in lavorazione una serie Tv ispirata a queste sue opere fantasy, rimasi piacevolmente colpito dalla notizia. Per di più, i primi trailer mi avevano ben disposto, lasciando intravedere ottime ambientazioni e discreti effetti speciali, con sfoggio di poteri magici e creature demoniache pronte a seminare morte e distruzione.
A ridosso dell'uscita della serie, lessi poi titoli del tipo "la nuova serie fantasy che sfida The Game of Thrones..." e, di conseguenza, giusta trepidazione e aspettativa. Al contempo mi domandavo: "mi di cosa stanno parlando?"
Indubbiamente tra le opere di Brooks e di Martin ci sono innumerevoli differenze, per modo di narrare, per elementi presenti nelle storie proposte, per intreccio, per approfondimento e caratterizzazione: sono due autori profondamente diversi.
Per cui, ecco, credo che l'accostamento tra le due opere sia abbastanza fuori luogo ma, se non si ha ben chiara questa premessa, si rischia di travisare la serie.
Ordunque, di per sé, questo Shannara Chronicles è infatti un prodotto molto semplice, prevalentemente pensato per un pubblico giovane e che non presenta particolari complessità nello svolgimento: persino le conseguenze degli eventi più gravi sembrano aver poco riverbero e tutto si supera in fretta o viene accettato con facilità (t'oh, esistono i demoni; t'oh, ora siamo alleati con gli gnomi; t'oh, il re è morto...).